Regia di Sergio Martino vedi scheda film
California. Lui guida un risciò, lei fa la spogliarellista; vanno a letto, ma lui scopre di essere filmato da un guardone e pesta tutti, guardone e spogliarellista, per poi scappare. Subito dopo però il guardone viene trovato morto e inevitabilmente i sospetti ricadono sul guidatore di risciò, che però non solo è innocente, ma riceve anche l’aiuto magico di una vecchia cinese immortale che aveva scarrozzato per strada nei giorni precedenti.
Tra i parti più deliranti del thriller-horror all’italiana (ma ambientato e girato negli Stati Uniti) dei floridi anni Ottanta, spetta senz’altro un posto d’onore a questo American risciò, miscuglio inavvicinabile di trash, banalità e spirito dei tempi (edonismo, machismo, violenza). Martin Dolman, il regista, è naturalmente Sergio Martino sotto pseudonimo, che nella sua autobiografia (Mille peccati… nessuna virtù?) spiega candidamente come l’idea di mettere in piedi questa pellicola gli sia venuta semplicemente per farsi un’altra vacanza di lavoro in terra americana, non molti mesi dopo quella effettuata per Qualcuno pagherà (1988). Sarà il suo ultimo film girato da quelle parti, complice anche la decadenza del cinema di genere nostrano; scritto da Sauro Scavolini, Maria Perrone Capano e Roberto Leoni – da un soggetto di quest’ultimo e del regista – American risciò può vantare se non altro una confezione validissima e degli effetti speciali convincenti, per quanto utilizzati con estrema parsimonia, nonché la partecipazione in un ruolo marginale di Donald Pleasence. Il resto del cast è purtroppo composto da attori locali di dubbio mestiere, scelti presumibilmente più per l’aspetto esteriore (palestrati e aitanti gli uomini, longilinee e appariscenti le donne) che per le doti professionali. 3/10.
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