Regia di Massimo Cappelli vedi scheda film
Con qualche anno di ritardo il marchigiano Massimo Cappelli rincorre gli spasimi dell'Ultimo bacio mucciniano esordendo nel lungometraggio con una garbata commedia che tenta di rispondere alla seguente domanda: quanti e quali i motivi per (non) sposarsi? L'avverbio di negazione è una furbata, che evita le stesse responsabilità di un "sì", le identiche ambasce di un contratto matrimoniale. E dunque: Leo è un bancario (francamente poco credibile) che convive con Nina. Si amano con gioco, non si fanno mancare nulla dell'edonismo quotidiano alla loro portata, fino al giorno - fatidico - in cui entrambi credono di aver capito che l'altro vorrebbe istituzionalizzare il legame. Ovviamente con "modernità": niente bomboniere e partecipazioni, regali tramutati in offerte benefiche, pranzo esclusivamente con gli amici. Una festa, insomma, non uno sposalizio intinto nelle tradizioni. Il malinteso ricorda il recente "refuso" veltroniano sulla kolossale kermesse cinematografica consumata nella Capitale: non una Festa (appunto) ma un Festival, con le sue belle consuetudini e i suoi simpatici rituali. Il filmetto si lascia vedere, il ritmo è sostenuto, i due protagonisti si impegnano. Anche se a farsi notare sono i caratteristi: da Shel Shapiro a Carla Signoris a Max Bruno.
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