Regia di Michele Massimo Tarantini vedi scheda film
Scritta come una pochade da Luciano Martino, Francesco Milizia ed il regista, una commedia sexy con buone idee, ma fiacca e poco coinvolgente, demerito di una sceneggiatura (di Marino Onorati, Jean Louise e degli stessi Milizia e Tarantini) confusa e poco coerente, incapace di sfruttare appieno il buon cast a disposizione. Dal canto suo, Tarantini non va molto per il sottile e dedica una telecamera alla Fenech; la insegue, la scruta... e lei non si scompone: così, tra una doccia e l'altra (in compagnia), riesce a dare un certo spessore al suo personaggio. Non si può dire altrettanto della parte comica. Abbiamo così Montagnani e Banfi (Pasquale Zagaria, davvero poco utilizzato) che recitano a braccio, di esperienza, senza una guida, vincolati da una serie di scene slapstick surreali ed esagerate che, con il passare dei minuti, mostrano inevitabilmente la coda. Barra, Sposito, Montanaro e Vitali, sono relegati a mere comparse, il tutto per far posto a Gelardini, il belloccio espressivo come una suola da scarpe che, in quegli anni, cavalcava l'onda di un'effimera quanto immeritata popolarità. Sarà lui a conquistare il cuore dalla bellissima insegnante di pianoforte ma, a fronte di un contributo modesto alla pellicola, ha avuto la fortuna di farsi una doccia (assai ardita) con la Fenech... e l'hanno pure pagato!
Nei film di genere degli anni '70 ed '80 non era per nulla difficile imbattersi in pubblicità (più o meno) occulte; una prassi che sarebbe stata regolamentata solo parecchi anni dopo. In alcuni di essi, come nel caso di questa pellicola, l'invadenza era tale che, tra un amaro ed un pacchetto di sigarette, si ha la sensazione di assistere ad una puntata di Carosello.
Girato a Lucca ed a Roma.
Musiche piacevoli di Franco Campanino.
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