Regia di Michele Massimo Tarantini vedi scheda film
Un politico che ciancia dei valori della famiglia e di nascosto incontra l'amante. Meglio di quanto accada nella realtà italiana di una trentina d'anni dopo, dove il capo del governo (con due mogli a carico) va spudoratamente a mignotte e pressochè tutti gli altri esponenti di maggioranza e minoranza, mentre si riempiono la bocca di proclami cattolici pro-famiglia, di famiglie ne hanno almeno un paio. Eppure è fantasia. E pazienza se si tratta solamente di una commedia scollacciata di fine anni '70 con la Fenech e Banfi (e Vitali, e Lucio Montanaro, e Montagnani, e un paio di incursioni di Jimmy il Fenomeno): l'Italia è purtroppo proprio questa, anche se qui non traspare la benchè minima intenzione di analisi sociologica o di satira politica o di costume. E' poca roba, questo L'insegnante viene a casa, ma ha dalla sua un cast dignitoso, un intreccio lievemente più elaborato del solito e, chiaramente, non possono mancare le trionfali grazie della protagonista, una Fenech che si fa la sua ennesima doccia (per lavarsi pressochè esclusivamente le tette, chissà dove le aveva messe) con una grazia ed una compostezza quasi ieratica. Obiettivi bassi, ma raggiunti.
Un candidato sindaco di Lucca vede arrivarsi in città, all'improvviso, la propia amante. Bisogna tacere lo scandalo, ma è difficile poichè la procace ragazza è così irresistibile da continuare a dare nell'occhio qualsiasi cosa faccia.
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