Regia di Jasmila Zbanic vedi scheda film
Purtroppo “Il segreto di Esma”, anche se dispiace dirlo, sembra il consueto sapiente cocktail di disagi sociali, drammi femminili e colore locale fatto apposta per strappare premi e applausi ai festival internazionali di cinema. Se così fosse, l’operazione apparirebbe tanto più deplorevole a fronte della delicatezza dell’argomento trattato. Sul fronte artistico, è insolitamente forte il sospetto che si cerchi di sopperire alla mancanza di genio pescando a piene mani nel cosiddetto “impegno”, a cui, data la situazione, è fin troppo facile attingere. Quello che ci viene propinato è un film “di denuncia” abbastanza scontato e povero di inventiva, che affronta uno dei capitoli più cupi della guerra nell’ex-Jugoslavia più che altro a parole, sommergendo lo spettatore di rievocazioni molto esplicite, volutamente ricche di brutti dettagli, eppure insipide, che suonano trite, copiate pari pari dalla cronaca, senza alcuna mediazione dell’arte, né intervento da parte del pensiero. È certo controproducente l’affollamento, un po’ innaturale, dei riferimenti alla guerra, che, soprattutto nei dialoghi, a suon di cimiteri, obitori, eroi e martiri, sussidi e razionamenti, fanno capolino ad ogni piè sospinto. Ben lontana è la raffinata poetica di Kusturica, infinitamente più efficace nel trasmettere il devastante senso di deriva del mondo balcanico, rispetto alla tecnica da rotocalco adottata dalla Zbanic, la quale procede sicura e decisa, tenendo ben premuto il pedale di una trattazione monotematica, che ben presto risulta un po’ retorica, e in conclusione, poco sensibile, se non superficiale, nel voler ricondurre tutta la storia ad un unico comune denominatore.
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