Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Costato 90 milioni di dollari e scritto da William Mohanan (Le Crociate, Nessuna verità, Fuori controlo, Oblivion), The Departed non é soltanto un film di Martin Scorsese ma anche (soprattutto?) il remake di quell’Infernal Affairs di Keoung Law Wai & Siu Fai Mak che, nel 2002, ha fatto la storia del cinema di Hong Kong e, a sua volta, estremamente debitore proprio del cinema di Scorsese ed opera estremamente coerente proprio con il tipico mosaico gangsteristico proposto dal grande cineasta americano.
"E pensare che mia madre insisteva per un lavoro in banca..."
Come un serpente che si morde la coda The Departed ne riprende quindi la trama con variazioni minime o comunque non particolarmente significative e, pur conservandone le attenzioni alle psicologie, Scorsese costruisce un film basato più sugli ambienti (e su come questi, nel bene e nel male, ci hanno condizionato a essere quello che siamo), su un’ambizione intesa soprattutto come rivalsa personale verso un mondo che ci ha costretto a “essere” in un certo modo ma anche sull’illusione di assumerne infine il controllo (invece di esserne controllati) ma, come in ogni film di Scorsese, é soprattutto un film sulla colpa e sul peccato.
E in questo caso il peccato è inteso come bugia, menzogna, inganno.
Verso gli altri ma anche (soprattutto?) verso se stessi.
Anche se fin troppo ingabbiato nella sua stessa struttura per avere davvero quel respiro così magniloquente ed epico di, ad esempio, Quei Bravi ragazzi o di Casinò, The Departed rimane comunque un film in cui Scorsese, forse proprio a causa delle sue stesse influenze sull’opera originale, si diverte tantissimo a citare se stesso e nel quale la classica diatriba poliziotto/mafioso e la messa in scena di una società malata e sbagliata da qualsiasi punto la si guardi, sia da quello dei “buoni” che da quella dei “cattivi” (termini che però nella pellicola perdono di significato), diventa drammaticamente l’emblema di tutta la grammatica cinematografica scorsesiana come ben poche pellicole sono riuscite a fare (Taxi Driver, Gans of New York).
Scorsese lavora moltissimo sul linguaggio cinematografico, ogni inquadratura o fotogramma è pregno del suo stile tra movimenti di macchina impeccabili e piani sequenza avvolgenti, soprattutto quando gli consentono di mostrare il suo indelebile punto di vista sulla realtà benché, qualche volta, si rischi il deragliamento per un eccesso di sovraccarico.
Non è vero, Jack?
“Non faccio questo perché credo di realizzarmi in tal modo: lo faccio perché mi piace“
Ok, Jack, non prendertela. E' come dici tu.
In The Departed i due protagonisti sono rappresentazioni estremizzate di situazioni agli antipodi pur avendo le stesse origini (il quartiere proletario in cui sono entrambi cresciuti) e percorsi piuttosto simili (l’Accademia di polizia).
Uno vuole riscattare l’immagine sociale sua e della famiglia, l’onore e/o la propria personale redenzione vengono prima di ogni cosa e cerca di fuggire da un mondo di violenza e sopraffazione, il secondo é guidato dall’ambizione e dall’arrivismo sociale, l’onore per lui non ha alcun valore e quel mondo criminale è il suo biglietto di sola andata per la gloria e il successo.Il suo sguardo ricorrente alla cupola d’oro del Massacchusetts State House, allegoria del potere e del proprio successo personale, richiama a un’ambizione quasi metafisica, trascendentale e non ristretta a una sua semplice componente materialistica.
Sono entrambi innamorati della stessa persona (un po' forzata la cosa ma vabbè..), non a caso una psicologa (..e anche qui..) che cerca non solo di capirli ma anche di curarli, e alludono anche a una concezione taoista del tema del doppio (simbolo circolare diviso a metà che rappresentano ognuno un principio opposto ma allo stesso tempo complementare all’altro) che Scorsese però stravolge, in parte, per ambire ad altre specificità stilistiche mentre l’aspetto religioso (e cristiano), sempre comunque importante nelle sue pellicole, qui viene opacizzato e/o relegato più ad un aspetto soltanto simbolico, quasi refrattario e i cui confini si confondono tra loro (Padre o Mentore? Figlio o Allievo? Bene o Male?).
"Luke, io sono tuo..." Ops, scusate, film sbagliato!
In un universo in cui le persone hanno di fronte soltanto due vie d’uscite, la perdita della propria identità (e quindi la proprio morte interiore) o la morte vera e propria, quasi mai incruenta, il regista gioca con la luce e le ombre e con il mistero irrisolto del male (e della violenza), con l’istinto di conservazione (che prevale su ogni altra cosa) e una sopravvivenza spesso resa possibile solo con la prevaricazione verso gli altri, che assume (anche) i contorni, per quanto non ossessivo, di una misoginia e un maschilismo reale (in quanto le donne, nel film, sono funzionali a un mondo esclusivamente maschile) per un traguardo raggiunto a fatica (o mai raggiunto per alcuni, a tarda età e a un prezzo spesso eccessivo per altri) ma che ne rivela il vuoto sostanziale che vi si cela dietro.
"Per parlare con la squadra segretissima della polizia di Boston, premere il pulsante 2..."
Forte di un cast eccelso, dal trio protagonista Leonardo Di Caprio, Jack Nicholson e Matt Damon fino a tutti gli altri, a partire da Vera Farmiga, Martin Sheen, Mark Wahlberg, Alec Baldwin, Ray Winstone, Kristen Dalton, David O’Hara, Anthony Anderson e James Badge Dale, Scorsese si è potuto sbizzarrire tra primi piani e inquadrature ravvicinate in modo di far sentire lo spettatore parte stessa del film.
Anche la musica ha un ruolo fondamentale in questo, accentuandone i passaggi e le atmosfere con una colonna sonora che comprende anche pezzi dei Rolling Stones, dei Beatch Boys e poi Van Morrison, i Dropkick Murphys e Patsy Cline.
The Departed é forse la sua pellicola più tetre, brutale, disperata e nichilistica con un finale molto simile, nei tempi e nei modi, a una tragedia shakespeariana ma non riesce, nonostante tutto, a essere totalmente privo di speranza.
Una speranza che si affaccia, solo nel finale, in una nuova vita che l’affascinante psicologa porta nel grembo. Ma chi è il padre? Colin o Billy?
Forse, alla fine, saperlo non è neppure poi così importante.
"..e qui ci vuole una... standing ovation!!" E se lo dice Jack...
VOTO: 8
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