Regia di Carmelo Bene vedi scheda film
Seconda prova registica di Carmelo Bene, non è la naturale prosecuzione di Nostra signora dei Turchi, l'esordio dell'anno precedente, anche se ad una prima analisi così potrebbe sembrare. Questa volta c'è una sorta di trama compiuta, c'è un montaggio protagonista ed uno spirito realmente votato all'irritazione dello spettatore che nel primo lavoro poteva non sembrare così programmatico e manifesto. Bene teorizza un nuovo cinema (che si ciba selvaggiamente del cadavere straziato di quello che come cinema era noto fino a quel momento) e mette in pratica su pellicola le sue idee quantomeno stravaganti, producendo un film sulfureo, instabile ed urticante; purtroppo non è facile a seguirsi e nemmeno ad apprezzarsi come atto artistico in sè - cosa che invece aveva reso se non altro ammirevole lo sforzo creativo della Nostra Signora: troppi silenzi, troppe pause, il doppiaggio errato, le inquadrature sbilenche ed il montaggio che dilania le sequenze sono fra i limiti più evidenti (per quanto voluti proprio come punti di forza dell'opera). Risolutamente grottesco, tanto da far apparire la sua 'improbabilità' decisa a tavolino e pertanto innocua.
Una donna divisa fra marito ed amante, entrambi parecchio più anziani di lei, incrocia il suo destino con quello di un uomo che spende il suo tempo in incidenti automobilistici con la moglie.
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