Regia di Guillaume Nicloux vedi scheda film
Guillaume Nicloux è uno dei nuovi talenti del cinema francese. Ha girato almeno tre film notevolissimi, Le poulpe, Une affaire privée - Una questione privata (da noi in dvd per Dolmen) e soprattutto il capolavoro spaventoso Cette femme-là. Ma per L'eletto s'è affidato al romanzo di Jean-Christophe Grangé, quello di I fiumi di porpora e di L'impero dei lupi, e ha fatto male. Il risultato è un pastrocchio indifendibile tanto fantasy quanto new age, esoterico e horror, astrologico e terzomondista. Roba da manuale del comico involontario, una patacca seriosissima e suicida che sfonda ogni barriera della demenza. C'è la Bellucci interprete parigina che, figlio asiatico prima adottato e poi sequestrato, finisce in Mongolia conciata come Dersu Uzala a combattere contro una setta intenzionata a sacrificare il bambino a un bestione in computer grafica. C'è la Deneuve che fa la presidentessa di una misteriosa Fondazione, e che nasconde esattamente quello che si pensa. Ci sono spie e agenti russi, marchi sul corpo e visioni premonitrici. Purtroppo L'eletto è anche di una noia mortale, e non funziona affatto nemmeno come prodotto di genere nudo e crudo. Un fallimento costoso senza rimedi.
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