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Ultime grida dalla savana

Regia di Antonio Climati, Mario Morra vedi scheda film

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La recensione su Ultime grida dalla savana

di mm40
2 stelle

Piccoli 'mondocani' crescono. Il montatore (Mario Morra) e il direttore della fotografia (Antonio Climati) degli abominevoli prodotti sensazionalitico-folcloristico-raccapriccianti di Jacopetti, Cavara & Prosperi (Mondo cane, 1962; Mondo cane n°2, 1963 e via dicendo) si mettono in proprio ed esordiscono in veste di registi con questo documentario in puro stile mondo movie: efferato, esagerato, a tratti palesemente, ridicolissimamente finto. Ultime grida dalla Savana non è niente di più di ciò che promette il titolo-manifesto: un'accozzaglia di scenette ultraviolente girate - appositamente, senza ombra di dubbio - nella giungla africana allo scopo di dimostrare la stessa tesi del primo e inimitabile Mondo cane, e cioè che l'unica vera bestia su questo pianeta è l'uomo. Nietszchianamente 'troppo umano', pieno di debolezze e di vizi, crudele per puro sadismo, sfruttatore della natura e degli animali, assassino del proprio stesso fratello uomo. Nulla di nuovo nè dal punto di vista dei contenuti (che il Morandini vorrebbe scritti, nel commento della voce esterna, nientemeno che da Moravia: possibile, ma viene da chiedersi solo 'perchè?'), nè ovviamente da quello stilistico e formale: Ultime grida dalla Savana è l'ormai solito tentativo di colpire lo spettatore sul vivo, mettendo in scena una violenza spasmodica quanto fasulla, atroce quanto cartonata (i leoni che sbranano il fantoccio umano, es.) e accostando il materiale di siffatta specie con sequenze di violenza sì vera, ma inevitabile (animali che lottano in maniera sanguinosa o che si divorano fra di loro, aborigeni che cacciano, etc.). Commento sonoro di Carlo Savina, che non sfigura di per sè ma che pare sprecato in tale contesto. 1/10.

Sulla trama

Documentario che riprende da vicino le crudeltà della giungla africana, dai riti degli aborigeni ai massacri di bestie selvagge, fra di loro o per mano dell'uomo.

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