Regia di Ansano Giannarelli. vedi scheda film
Documentario in forma di fiction sulla vita e le opere del matematico Evariste Galois, morto nel 1832 ad appena vent'anni.
"Non ho tempo", scrisse nei suoi appunti Evariste Galois la sera prima di morire ad appena vent'anni, genio francese della matematica. Sapeva a cosa andava incontro: lo attendeva infatti un duello d'onore, scaturito per questioni presumibilmente sentimentali (nulla si sa di certo sull'episodio). Un personaggio dalle molte sfaccettature, Galois: nei pochissimi anni in cui riuscì a vivere e operare ebbe modo di donare grandi contributi allo studio dell'algebra, nonchè di affrontare concretamente questioni politiche di primaria importanza in quell'epoca, in una Francia scossa da moti civili. Sicuramente è quest'ultima dote, la forte coscienza politica, che ha mosso l'interesse di Giannarelli, documentarista schierato a sinistra già autore di svariati lavori, per lo più cortometraggi su argomenti di forte impatto sociale come il lavoro o il razzismo; qui il regista lavora su commissione Rai e questo significa naturalmente vantaggi e svantaggi. Vantaggi: Giannarelli può lavorare con la libertà di un budget maggiore rispetto al solito e può ricostruire le vicende di Galois con una buona quantità (e relativa qualità) di interpreti, costumi, scene e via dicendo; svantaggi: la tv di Stato chiede uno sceneggiato - così si chiamava allora questo tipo di prodotto - in tre puntate da un'ora ciascuna. Oggettivamente per Galois, morto tanto precocemente, tre ore di film sono strabordanti: e infatti spesso la narrazione si rilassa e qualche sequenza appare un po' ridondante. Due 'ospiti' d'eccezione per questo lavoro: il matematico (e dirigente comunista) Lucio Lombardo Radice, consulente dell'opera e presente anche in scena, ed Edoardo Sanguineti, che scrive insieme al regista la sceneggiatura. Mario Garriba veste i panni del protagonista; in parti marginali si trovano Michele Placido, Enzo Robutti e Vittorio Mezzogiorno. 6/10.
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