Regia di Joe D'Amato (Aristide Massaccesi) vedi scheda film
Dedito da poco più di un lustro esclusivamente all'erotismo, D'Amato gira questo Papaya dei Caraibi in maniera piuttosto dozzinale e senza imprimere al prodotto un vero e proprio stile, un marchio riconoscibile: la pellicola comincia infatti come un vero e proprio cannibal (horror) movie, prosegue quindi in chiave thriller, si snoda lungo vari passaggi da cartolina degni del cinema 'vacanziero' degli anni '60/'70 e si sofferma ripetutamente sulle scene di accoppiamenti sessuali, che costituiscono di gran lunga la fetta più sostanziosa della trama del film. A ogni modo, comunque, siamo ancora in piena epoca soft: non c'è pornografia in Papaya dei Caraibi, anche se a lungo andare la sequela di stereotipati amplessi (non può mancare, nel finale, anche quello lesbico - ovviamente) assume una certa monotonia che causa più sbadigli che eccitazione. Nel cast svettano i nomi di Sirpa Lane e Maurice Poli: si immagini quindi il resto degli interpreti; la sceneggiatura è firmata da Roberto Gandus e D'Amato / Massaccesi si occupa come di consueto anche della fotografia; le musiche sono invece opera di Stelvio Cipriani, che ci ha però abituati a standard nettamente migliori. Nel complesso, un prodottino insignificante che si confonde nella vasta prateria dei titoli erotici del D'Amato degli anni '70. 1,5/10.
In un isolotto caraibico gli abitanti sono in subbuglio per la notizia della costruzione di una centrale nucleare nel luogo. Papaya, una bella aborigena, decide di vendicarsi a suo modo, seducendo e uccidendo gli intrusi. Sulla sua strada capitano anche una giornalista e un geologo americani.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta