Regia di Alberto Cavallone vedi scheda film
Uno degli ultimi film di Cavallone, autore fra i più sottovalutati dell'intera storia del cinema italiano; il tentativo di mettere in scena una storia a cavallo fra delirio e prospettiva onirica, fra thriller ed erotismo, fra riflessione filosofica e brivido puro, è purtroppo vanificato dal misero budget a disposizione: una vera piaga per le opere di un regista evidentemente dotato, ma che forse ha sempre tentato di fare più di ciò che gli era concesso (dai suoi stessi mezzi concreti) di fare. In questo senso l'ambientazione povera e gli interpreti di scarso livello vanno a totale discapito della storia, una sceneggiatura scritta da Cavallone stesso e che immerge fin dalla prima scena lo spettatore fra i due poli verso cui la trama tenderà poi per tutta la pellicola: amore e morte, sesso (da cui il titolo, eccessivamente esplicito per un film blandamente erotico) e suicidio, orge e tortura, stupro e malformazioni. Le declinazioni possibili sono tante e la mole di materia narrativa presente in questo Blow job è stupefacente; dispiace appunto che la realizzazione sia di altrettanto sorprendente povertà e che quindi il fascino dell'opera regga soltanto per metà. Musiche non molto accattivanti a cura di Ubaldo Continiello, esperto del cinema di serie Z, che Cavallone avrà al suo fianco anche in alcuni lavori futuri. La sensazione finale è quella di un 'peccato per l'occasione parzialmente sprecata'. 3,5/10.
Una coppia, non riuscendo a saldare il conto, viene scacciata malamente da un albergo; i due vanno all'ippodromo, non prima di aver visto una ragazza suicidarsi lanciandosi dall'ultimo piano di quello stesso albergo. All'ippodromo conoscono una contessa che li conduce nella sua villa, dove incontrano personaggi bizzarri (fra i quali la ragazza apparentemente morta suicida) e assistono a una specie di orgia notturna. Era forse tutto un sogno?
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