Regia di Ulu Grosbard vedi scheda film
E' un film girato correttamente, senza guizzi ma anche evitando lo stile minimo e scolastico, e ben interpretato. I due protagonisti sono bravi, e trasmettono bene con il volto i loro complessi stati d'animo. Tra i due, però, mi pare che la migliore sia Meryl Streep, la quale ha diversi momenti di vera arte attoriale, ed è pure molto bella. De Niro, comunque, nella scena in cui confessa a fatica l'adulterio alla moglie, da cui si prende uno schiaffone, è memorabile.
Il film marcia bene ed agile per tre quarti; poi, secondo me, ha un finale un po' troppo lungo, o uno stile da finale che comincia un po' troppo presto, ed è un po' fiacco. In teoria gli eventi alla fine prendono una piega abbastanza chiara, ma l'espressione in fermo immagine sul volto della Streep ha una nota di ambiguità, che potrebbe essere voluta.
Quanto al resto, mi pare che la sceneggiatura cerchi di far riflettere su matrimonio, famiglia e rottura di essi per passare ad un'altra storia. A questo scopo, oltre che la vicenda principale, dev'esser stato creato il personaggio interpretato da Harvey Keitel, cioè l'uomo in fase di divorzio dalla moglie e già impegnato con un'altra donna. Dal film mi pare che non esca nessuna tesi o messaggio, ma vengano semplicemente messi sul tappeto dei problemi, e poi lasciati aperti. Da una parte c'è cioè la constatazione del valore della famiglia, dall'altra quella sull'ineluttabilità di certe passioni (specie se assecondate). A questo proposito trovo che le fasi dell'innamoramento dei due siano ben descritte, compresi gli scrupoli di coscienza e gli ammonimenti da parte di terzi. Si lascia che il fuocherello diventi incendio, il quale poi molto difficilmente può essere spento, e fa soffrire tutte le persone coinvolte a vario titolo.
Insomma, oltre agli attori e alla storia d'amore c'è anche qualcos'altro. In generale, un film non perfetto ma godibile.
Doppiatori italiani di serie A, tra cui spicca il compianto Ferruccio Amendola per De Niro.
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