Regia di Michael Pearce vedi scheda film
Il peggio del peggio del cinema anni ottanta. Ricordo di avere letto, alcuni anni fa il librettino erotico di Guillaume Apollinaire "Le prodezze di un giovane don Giovanni", e non mi piacque un granché: si tratta indubbiamente di un'opera minore nella produzione del poeta francese, precursore del surrealismo (per il poco che ho letto, consiglio il testo teatrale "Le mammelle di Tiresia"). Ma se già il testo di partenza non era granché, Mingozzi e l'onusto sceneggiatore Jean-Claude Carrière, riescono a banalizzare il poco di buono che c'era, realizzando un'opera che sembra uscita dalle pagine fotografate da David Hamilton. Con un occhio particolare, com'è ovvio, per le forme di Serena Grandi, che all'epoca andavano per la maggiore. Non è per moralismo che questo film mi sembra assolutamente brutto, è che lo stesso argomento erotico è trattato in una maniera falsamente gioiosa, con un protagonista che non riesce mai ad essere (non simpatico, che sarebbe chiedere troppo) credibile, passando in un batter d'occhio da oggetto delle cinghiate inflittegli dalla madre perché la spiava dal buco della serratura, al ruolo di "tromber de femmes" (il refuso è voluto). E, in più, aleggia minaccioso e incombente, come capita spesso in produzioni di questo tipo, lo spettro della noia (no, non ho detto gioia, ma noia, noia, noia...). Da salvare sono soltanto le musiche di Nicola Piovani, quanto meno rispondenti ai canoni della belle epoque. (21 gennaio 2008)
Un ragazzo borghese passa l'estate del 1914 nella villa di famiglia, nella campagna francese. Voglioso di fare le prime esperienze sessuali, viene frustrato (e talvolta frustato) da tutte le donne cui si propone, finché non scoppia la guerra e tutti gli uomini validi devono partire per il fronte. A questo punto tutte le donne gli si buttano ai piedi, comprese una sorella e la zia, e lui se le fa allegramente, mettendone addirittura incinte tre.
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