Regia di Vittorio Cottafavi vedi scheda film
Un piccolo truffatore ha bisogno di mille lire per l’indomani, pena l’arresto; un’impiegata di un albergo di lusso sogna il bel mondo con cui entra in contatto ogni giorno, ma da cui è esclusa; il direttore di un supermercato rifila a un dipendente (il padre della ragazza) due biglietti omaggio per il teatro; il figlio del proprietario della catena di supermercati è sempre all’estero, e sono in pochi ad averlo visto. Sono le premesse per una brillante commedia degli equivoci, che espone con naturalezza e senza saccenteria la stessa morale bonaria de Il signor Max, ossia l’elogio dell’aurea mediocrità: meglio accontentarsi di un’esistenza modesta ma tranquilla che vivere tra gli affanni dell’alta società. Così alla fine, grazie anche all’intervento del deus ex machina Luigi Almirante che sembra Babbo Natale senza pancia, tutti conquistano ciò che desiderano oppure imparano a ridimensionare le proprie aspirazioni: l’impiegato rinuncia alla promozione, il giovane pensionante diventa un buon partito per la ragazza, il truffatore ottiene esattamente la somma che gli serviva.
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