Regia di Domenico Paolella vedi scheda film
La storia è leggera leggera: la sceneggiatura ad otto mani firmata da Marcello Ciorciolini, Edoardo Anton, Sergio Sollima e Giuseppe Mangione certo non brilla per fantasia; ciò che conta per questi Teddy boys della canzone è, piuttosto, sfoggiare le esibizioni canore di una manciata di idoli (anche televisivi, appunto) del momento: Mina, Tony Dallara, Little Tony e Teddy Reno. Neppure un blando tentativo di satira sociale o sull'apparato televisivo: è insomma un film di poche pretese e, in quanto tale, facile a realizzarsi quanto a vedersi. Anzi ancor più facile viene tutto, quando si ha a disposizione, oltre ai citati cantanti, anche un nutrito gruppo di attori del calibro di Mario Carotenuto, Paolo Panelli, Tiberio Murgia, Ave Ninchi, Giacomo Furia, Enrico Viarisio, Arturo Bragaglia, nonchè un personaggio legato a doppio filo alla televisione come Delia Scala. Pellicola per nostalgici della pionieristica Rai di fine anni '50, dei primi dischi degli urlatori e delle commediole garbate ed innocue del secondo dopoguerra, pregne di avanspettacolo e del resto ormai in via di estinzione da tempo. Paolella fu regista prolifico e in quegli anni spesso impegnato in lavori analoghi (Destinazione San Remo, Canzoni di ieri, canzoni di oggi, canzoni di domani e altri). 3,5/10.
Due amici hanno creato una televisione pirata; le esibizioni di popolari cantanti ne diffondono la fama, finchè non interviene la polizia. A quel punto, però, tutto è pronto per il salto di qualità...
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