Regia di Lasse Hallström vedi scheda film
Quando una storia è talmente assurda da essere forse più vera della realtà stessa. Soffre di un finale che tende a spiegare laddove davvero non ce n'è bisogno, ma ha dalla sua una regia con alcuni spunti notevoli seppur eccessivamente ridondanti e un parco attori in forma. Azzecatissimo Gere.
Quando una storia è talmente assurda da essere forse più vera della realtà stessa. Hallström si appropria di un fatto realmente accaduto e lo colora di un'ironia necessaria ad alleggerire una storia che, se non fosse realmente accaduta, non ci si crederebbe nemmeno per un attimo dato che appare come il festival dell'idiozia (ma davvero questi personaggi credevano di farla franca?). La scelta di Richard Gere è perfetta, ha quella faccia vissuta di uno che le ha provate tutte per entrare nella storia. Un uomo che per arrivare in cima ricorre alla menzogna, immedesimandosi talmente tanto che una volta sfiorato l'obiettivo non vuole più lasciare quel mondo idilliaco che lui stesso ha costruito e che alla fine gli ha fatto perdere quel poco di autentico che gli era rimasto. Soffre di un finale che tende a spiegare laddove davvero non ce n'è bisogno, ma ha dalla sua una regia con alcuni spunti notevoli seppur eccessivamente ridondanti e un parco attori in forma a cominciare dal già citato Gere.
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