Regia di Lasse Hallström vedi scheda film
La figura di Howard Hughes ha ispirato Welles, Demme, Scorsese; nel suo piccolo, anche Hallström aggiunge qualcosa raccontando la storia della truffa legata alla sua falsa autobiografia, organizzata nei primi anni ’70 dagli scrittori Clifford Irving e Richard Suskind. Il gioco diverte per un po’, ma alla lunga mostra la corda: come prevedibile, il protagonista diventa sempre più paranoico (come il miliardario oggetto del libro) e il confine fra verità e menzogna sempre più labile; però il discorso resta in superficie, senza diventare visione del mondo. Inoltre il film, già gravato da troppi personaggi secondari, produce la sensazione di un accumulo indiscriminato (ci vengono infilati dentro anche Nixon e il Watergate) e verso la fine si sfilaccia visibilmente.
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