Regia di Lasse Hallström vedi scheda film
Un'opera potenzialmente di qualità, che, però, si concede un po' troppe smancerie da filmetto: queste sfibrano il tessuto della sceneggiatura fino a renderlo ruvido e privo di qualsivoglia tensione. Il film si intitola "L'imbroglio", ma è il primo a non credere in se stesso: lo si vede dal modo in cui saltella da una mezza verità all'altra, in un giochino di accenni e smentite e di piccole sciocchezze buttate qua e là tanto per creare l'atmosfera. Richard Gere sembra in imbarazzo come dentro a un vestito troppo corto, mentre Alfred Molina gli fa da mezza spalla in un modo che gli giova poco. La regia è dominata da uno stile a denti stretti che forse è un tentativo di caricatura, forse un inutile sforzo di ironia e, comunque sia, riesce impudentemente ad affossare un ottimo soggetto cinematografico.
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