Regia di Igor Skofic, Corrado Guzzanti vedi scheda film
Nato come un ironico cinegiornale a puntate all’interno del programma di RAI 3 “Il caso Scafroglia”, la saga di “Fascisti su Marte”, con la sua sigla divertentissima, i dialoghi decisamente geniali che sciommiottavano il modo di parlare dei fascisti, e le numerosissime trovate, era diventata la cosa più divertente del programma.
Corrado Guzzanti, con i suoi fedeli autori storici, decide quindi di dare un finale alle vicende dei “balilla” Fini, Barbagli, Fecchia, Freghiera e Santodio e rendere il tutto un lungometraggio. Ci riesce dopo 2 anni di lavorazione e numerosissimi rischi di fallimento, ma alla fine il film viene realizzato e proiettato. Ed il risultato è deludente. La storia, nata per il medium televisivo, viene forzosamente tradotta per il cinema e la forzatura per arrivare a 90’ è decisamente evidente. L’input è apprezzabile e le idee ci sono, ma questo “Fascisti su Marte – Una vittoria negata” dimostra di essere quello che è, e che soprattutto Guzzanti non ha mai gradito fare: una speculazione su una bella idea che doveva nascere e morire laddove era stata concepita, come prima di essa avevano fatto Lorenzo, Pippo Chennedy o il profeta di Quelo.
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