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Fascisti su Marte. Una vittoria negata

Regia di Igor Skofic, Corrado Guzzanti vedi scheda film

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La recensione su Fascisti su Marte. Una vittoria negata

di ROTOTOM
8 stelle

Aria fresca su Marte, nonostante la mancanza di atmosfera. Corrado Guzzanti porta le sue truppe definitivamente alla conquista del pianeta rosso dopo le prove del Caso Scrafoglia centrando clamorosamente il bersaglio. Il film non film è un piccolo gioiello incastonato nel sorriso un po’ finto del cinema odierno in cui tutto il progetto è pensato in funzione della reazione del pubblico. Questo frullato tra vecchi e inediti scenette delle cronache marziane fasciste invece bada solo a sé stesso, alle lungaggini, gli effetti speciali risalenti ad un’altra era cinematografica, alla perpetua voce off che riprende la pomposa retorica fascista per regalare perle di umorismo e di satira ormai in via di estinzione. Anticinema si potrebbe definire questo progetto, girato in una cava romana tra amici e destinato a furor di popolo ad imperitura memoria, segno che le idee vengono prontamente premiate quando ci sono e si ha il coraggio di metterle in atto. L’impresa dei fantaccini in camicia nera guidati dal gerarca Barbagli alla colonizzazione del pianeta rosso, quindi comunista, ricalca l’impresa di Guzzanti , della sua banda di commedianti che a parte due scene recitano muti come nelle comiche anni 20 e del produttore Procacci, alla conquista in uno spazio cinematografico in cui l’omologazione e la pretesa di cinema a tutti costi autoriale affossa dall’inizio qualsiasi iniziativa. Anticinema perché non è un film facile, forse non è nemmeno un film. E’ una farsa, un taroccamento di cinegiornali dell’epoca, è il The blair witch project dell’era fascista con il falso vero falso del ritrovamento delle bobine del cinegiornale che raccontano a noi ora quella che fu la presa del pianeta rosso in nome del Duce. Anticinema perché non ha nulla dei tempi e dei ritmi odierni, è lenta commedia e bisogna stare attenti a combinare la voce off alle immagini per godere della retorica e del fantaccismo disfattista dei commilitoni in aliena missione, si ride sempre, si ride sempre sulla battuta ma relativamente alla battuta precedente, i riferimenti ai fatti del fascismo si sprecano e necessitano di una discreta preparazione storica per la risata profonda per non limitarsi al sorriso tirato della comica superficiale. La scalcagnata truppa di eroi fascisti, nella loro inettitudine e cialtroneria, costretti in assenza di nemico a prendersela con i sassi marziani, ribattezzati “Mimimmi”, la creazione ad hoc del vernacolo pseudo fascista in tutta la retorica che lo caratterizzava ha come paragone un capolavoro della commedia all’italiana come L’armata Brancaleone, nel suo volgar-aulico parlare ed in cui la commedia e la comicità evidente erano sostenute da un’ironia e da una satira di fondo che ne ispessiva le tematiche trasformando il film in un’opera sempre attuale anche a distanza di anni. Attualità che incombe sulle nostre teste e così in Fascisti su Marte il miracolo marziano ha inizio mentre nei rimandi alla cinematografia recente si stempera il pensiero della “soluzione finale in assenza di problema iniziale”. Schindler’s List; 2001: Odissea nello spazio; Incontri ravvicinati del terzo tipo e altri ancora i riferimenti di cinema nell’anticinema di questo piccolo capolavoro.

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