Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Negli anni Settanta Wim Wenders era un mago dello schermo e "L'amico americano", libero adattamento di un romanzo di Patricia Highsmith, fu uno dei suoi primi film rivolti ad un mercato più ampio, tanto che è girato prevalentemente in inglese. Si tratta di un thriller raffreddato, non privo di suspense hitchcockiana ma con un retrogusto di amara riflessione esistenziale che prende il sopravvento su tutto il resto e conferisce alla parte finale l'intensità di una tragedia moderna. Il ritratto di Tom Ripley che ci offre il film sembra che sia piuttosto diverso da quello del libro, tanto che all'inizio la scrittrice non apprezzo', cambiando idea soltanto a distanza di tempo. Uno dei primi film in cui Wenders si avvale pienamente delle potenzialità della fotografia a colori grazie all'impeccabile lavoro dell'operatore Robby Muller, è pieno di sequenze memorabili come l'omicidio commesso in una stazione della metropolitana a Parigi e il finale in riva al mare, che è meglio non rivelare. Grandi prove di Bruno Ganz e Dennis Hopper, qui davvero al meglio delle rispettive possibilità, e memorabile contorno di registi nei ruoli minori, fra cui appaiono Nicholas Ray, Samuel Fuller e Gerard Blain. Non ho visto il remake di Liliana Cavani, ma credo che sia difficile eguagliare un film così bello, che si pone ai primi posti nella filmografia wendersiana.
Voto 9/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta