Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Per tre quarti secondo me è un bel film, con anche un discreto grado di tensione. Gli attori sono bravi e l'ambientazione suggestiva. A questo proposito, nonostante l'azione si sposti tra Amburgo, New York, Parigi e Monaco, si vede soprattutto la prima città, livida e squallida come non mai: tempo piovoso, fango, desolati piazzali, case che sono tristi falansteri, un porto pigro e grigio. Nell'ultimo quarto di film, come accennavo, Wenders cambia marcia. L'azione si fa serrata, troppo, e dà l'impressione di una compressione del romanzo della Highsmith, che io comunque non ho letto. Si fa un po' di fatica a capire i rivolgimenti della trama e i ruoli dei personaggi. Quello che però mi è piaciuto ancor meno è il gioco al massacro che si innesca, con una gran quantità di morti che non sempre sono riuscito a identificare o a capirne i ruoli nella vicenda. Quello che mi ha disturbato un po' è anche che la sfilza di omicidi non viene mostrata in modo drammatico, ma quasi con un tono di indifferenza e non senso. Una domanda infine: le analisi del sangue del personaggio di Bruno Ganz erano state falsificate o no?
Se il film restava come era stato per tre quarti rimaneva un'opera perfettamente riuscita. La sequenza dell'omicidio nella metropolitana è di grande tensione, e inquietante è lo sguardo in macchina della vittima. Riusciti ho trovato anche l'adescamento del protagonista ad opera dell'emissario dell'organizzazione criminale, diabolicamente sicuro di riuscire a convincerlo a diventare un assassino su commissione. Buone anche alcune comparse, spesso bizzarre, che denotano la fantasia di Wenders: la donna che ricambia con un bacio il personaggio di Ganz per averle dato un sorso di liquore, lo sconosciuto pietoso al bar (Jean Eustache) che mette un cerotto al protagonista, e l'inquietante e sinistro autista di Parigi (Lou Castel). L'edizione originale passa continuamente dall'inglese al tedesco, con prevalenza forse del primo.
Da vedere, ma secondo me è più famoso di quello che è il suo valore. Wim Wenders ha fatto di meglio.
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