Regia di Wim Wenders vedi scheda film
passato il periodo europeo di Wenders con questo film si comincia ad avvicinare al cinema americano dal suo personalissimo punto di vista.Prende un romanzo della Highsmith(che non gradi'l'allestimento wendersiano)e lo carica di tutta una serie di suggestioni personali estranee al romanzo da cui il film è originato.C'è un grandissimo confronto tra la scuola europea di recitazione(Ganz)e quella americana(Hopper),c'è un gruppetto di grandi registi(Fuller ,Ray,Eustache)che si presta a recitare personaggi sull'orlo del delirio con ammirevole immedesimazione e soprattutto c'è una relazione empatica indefinibile che si viene a instaurare tra l'introverso corniciaio amburghese e il poco limpido mercante d'arte americano .Si vede che a Wenders interessa poco il lato thrilling della storia,gli interessa mettere in scena due protagonisti assolutamente diversi:quanto piu'introverso uno è estroverso l'altro,quanto è piu'impacciato l'uno nelle missioni che gli sono state date da completare,tanto è piu'sbrigativo e brillante l'altro,capace sempre di trovare la soluzione giusta,quanto è piu'legato alla sua famiglia l'uno(in fondo visto che ha pochissimo da vivere accetta di diventare killer per avere la futura agiatezza della moglie e del figlio) tanto è piu'ostinatamente solo l'altro.E poi Wenders getta uno sguardo inquieto e inquietante sulle citta'che i suoi personaggi percorrono:citta'fredde con case color pastello o lugubri ammassi di cemento senza colore,all'apparenza quasi disabitate,inospitali un degno contraltare alle meschinita'dei personaggi messi in scena,si aspetta una possibile redenzione ad ogni sfumar d'inquadratura invece niente e la tragedia attesa è li' a venire....
cameo che impressiona
non male
magnetico
ottimo
il film che sancisce il suo avvicinamento a lidi piu'commerciali
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