Regia di Anne Riitta Ciccone vedi scheda film
Claudia (Dazzi) è impiegata presso una società di produzione televisiva, soffre di narcolessia e la sua vita va in pezzi. Intorno a lei gravita una schiera di parassiti: il fidanzato sfaccendato (De Candia) con vocazioni da attore, la sorella alternativa (Dazzi), il padre fricchettone (Natoli). Ma il suo problema più grande è la sua intrinseca incapacità nel prendere decisioni drastiche. Un po' irretita dai consigli dai quali viene bombardata, un po' smarrita, Claudia si avventura per una strada che la porta a consultare medici omeopati, santoni, agopunturisti, maghi e sciamane d'ogni tipo. Riuscirà a diventare un tipo deciso e a sbarazzarsi di tutti gli opportunisti che caracollano nella sua casa? Nel primo - e speriamo anche ultimo - film della Ciccone, chi sembra essersi davvero smarrito non è tanto la protagonista - che certo ha scarsa confidenza con la recitazione - quanto la regista stessa. Le sciamane, infatti, inanella uno dopo l'altro tutti i luoghi comuni della controcultura, sforzandosi di conferire un accento simpatico al lavoro. Il copione è stravagante, rapsodico, banale e la squadra di caratteristi reclutata per l'occasione - con la sola eccezione del compianto Piero Natoli - assolutamente incapace di trasformare le gag in spunti divertenti. Rozzamente turlupinatorio nei confronti del 1968 e della NewAge, Le sciamane è solo un film coloratissimo che, con I buchi neri di Pappi Corsicato, rappresenta uno dei punti più bassi della produzione cinematografica del cosiddetto nuovo cinema italiano.
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