Regia di Dario Argento vedi scheda film
A New York una ragazza viene a conoscenza, leggendo per caso un libro, di una leggenda inquietante. Nel sottosuolo di tre città del mondo (Friburgo, Roma, New York) si troverebbero le tre streghe generatrici dell'inferno. Neanche il tempo di spaventarsi, che avrà già trovato quella della sua città. In suo aiuto accorre il fratello dall'Italia: troppo tardi. Ma non saranno i soli a indagare sulla mostruosa vicenda e a rischiare per essa la vita.
Con Inferno Dario Argento è dato ufficialmente per disperso: il thriller degli esordi (magistrali e non solo a livello italiano), un decennio prima, non c'entra più nulla, mentre l'horror gotico si fa sempre più prepotente e l'elemento fantastico prende il sopravvento, anche grazie a trame - dal precedente Suspiria, 1977, cui quest'opera si richiama anche dal punto di vista della storia - via via più ingarbugliate al limite del masturbatorio. In effetti Inferno è un film in cui il filo del discorso si smarrisce di continuo e - caratteristica non per forza negativa - i protagonisti si disperdono man mano che l'intreccio si sviluppa, dando però l'idea di una scarsa coesione narrativa che presumibilmente nella sceneggiatura scritta dallo stesso regista è assolutamente prevista. Sulle doti artistiche di Argento non esistono dubbi, ma certo le perplessità cominciano a moltiplicarsi e non solo per quanto riguarda la struttura narrativa; ad esempio la scelta di mantenere per tutta la pellicola luci basse e clamorosamente orientate al rosso (fotografia di Romano Albani) conferisce al film un che di teatrale, di fasullo seriamente fastidioso. Le scene con animali (gatti e topi) sono però di un'incisività argentiana; il problema - piaccia o non piaccia: per chi scrive l'opzione è la seconda e quindi sì, il problema - è che d'ora in avanti il regista proseguirà allontanandosi sempre più dalle sue gloriose origini. Nel cast: Eleonora Giorgi, Gabriele Lavia, Alida Valli, Leigh McCloskey e Daria Nicolodi (compagna di Argento); musiche deludenti, soprattutto data la firma: Keith Emerson. 4/10.
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