Regia di Dario Argento vedi scheda film
Dario Argento prosegue la sua trilogia sulle streghe moderne avviata tre anni prima con Suspiria, ma già al secondo capitolo il meccanismo si inceppa. Anche il lavoro precedente era quasi privo di una trama consistente e mirava più decisamente al paranormale che al thriller, ma in Inferno Darione esagera: riprende da Suspiria le belle atmosfere con colori vivi, facendo dominare in questo caso il rosso e il blu, e dà anche un tocco di splatter al tutto, ma la storia non si regge in piedi e personaggi, dialoghi e comportamenti sono quasi ridicoli, con una recitazione inoltre largamente sotto il livello di guardia (si eccettuano i bravi Gabriele Lavia e Alida Valli, che comunque compaiono per 5 minuti complessivi): eternamente basito McCloskey e oscena, come sempre, la Nicolodi; inoltre, è stata offerta una parte di 30 secondi alla truccatissima ed incapace Ania Pieroni, una sorta di Valeriona Marini degli anni '80.
Un film thriller/horror non può salvarsi solo per la bravura tecnica del regista, quando la storia non è accattivante e la suspense è pressoché nulla. Riconosco l'effettiva classe per il macabro di Dario, ma preferisco ammirarla in Suspiria, di cui Inferno è praticamente la brutta copia, finale compreso.
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