Regia di Dario Argento vedi scheda film
E',a tutt'oggi,forse il maggior risultato commerciale di Argento,forse anche piu'di "Profondo rosso",che pure conobbe un'affermazione incredibile alla sua uscita,e negli anni successivi.Oggi "Inferno" è un film amato solo dagli aficionados del regista di "Phenomena",un po'ingiustamente.L'impressione che rimane di questo lungometraggio è quella di un'incubo appena riordinato in modo da dargli una parvenza di soggetto,di una ricerca,piu'che dell'effetto-paura,di un'espressione di visioni e sensazioni di Dario Argento.Impressione ancor piu'giustificata da personaggi che entrano in scena senza altro motivo d'essere che la brutta fine alla quale sono destinati,salti nella narrazione,l'accelerazione improvvisa del film verso il finale,come il gorgo di un mulinello prossimo alla conclusione.Sospeso,tra il blu dei sogni e il rosso del sangue nella bella intepretazione della fotografia di Romano Albani,con attori come pure pedine del gioco "delittuoso" argentiano,"Inferno" merita l'assopimento della parte razionale dello spettatore,e lo scatenarsi del bambino che e'in lui e vuole solo farsi spaventare dalla storia del terrore che ha chiesto.Altrimenti,il film non puo'funzionare come previsto.
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