Regia di Dario Argento vedi scheda film
Inferno (1980) - Dario Argento
New York. Una giovane poetessa scopre di abitare nella dimora di Madre Tenebrarum, la più crudele delle leggendarie tre madri. Con una lettera riesce ad avvertire il fratello che da Roma la raggiunge per cercare di sventare il presagio di morte... Vero apice della poetica argentiana, insieme a "Suspiria", che inizia la trilogia delle madri proseguita con questo secondo capitolo, indubbiamente forma il dittico capolavoro del regista romano, la summa del suo cinema, come se la trilogia degli animali e il suo vero primo successo mondiale fossero solo un prologo, una preparazione per arrivare ai suoi veri e propri capolavori, per poi iniziare, inevitabilmente, la parabola discendente, che inizialmente regalò ancora bellissimi thriller, horror e gialli per quasi tutti gli anni '80...per poi finire sempre più in basso, con film scadenti nei migliori dei casi, ignobili in altri... Qui il patto narrativo tra regista e spettatore è chiaro fin dall'inizio: non dobbiamo star troppo a ragionare sulla trama che compone il film, la sceneggiatura è tutt'altro che perfetta, anzi...ma, forse per la prima volta, Argento se ne frega totalmente, finalmente fa quello che gli era riuscito solo in "Suspiria" prima di "Inferno", ovvero far sì che la trama sia la cosa meno importante. A tratti il film si sposta verso il surreale puro, l'irreale serpeggia per tutta la durata, il terrore è creato dall'atmosfera generale, per poi esplodere negli omicidi al momento giusto. La paura totale e la tensione, nonché l'effetto straniante di alcune sequenze, la tremenda cattiveria degli omicidi...il tutto compone una splendida sinfonia di terrore assoluto, la mitologia che sta dietro alle tre madri (Mater Suspiriorum, Mater Tenebrarum e Mater Lacrimarum) è tanto affascinante quanto inquietante. Le ispirazioni sono chiaramente baviane (lo stesso Mario Bava realizzò la strepitosa morte che appare sul finale), la fotografia completamente irreale che vira moltissimo sul rosso, blu e verde, nettissimi e psichedelici, le ombre usate con sapienza magistrale, la regia morbidissima, anch'essa ispirata al maestro del brivido italiano, con riprese che si spostano dal basso verso l'alto, movimenti a schiaffo e carrellate lentissime a far salire la tensione in ogni scena, fino agli omicidi e agli splendidi effetti speciali di Germano Natali e dello stesso Mario Bava. Gli attori sono la cosa meno interessante dei film di Argento, e questo film non fa eccezione: la Nicolodi è sempre tra le migliori, comunque, anche se non appare moltissimo, Irene Miracle che interpreta Rose, la sorella del protagonista, non è malaccio tutto sommato...ma la Giorgi e McCloskey...no, proprio no... Per me, assolutamente il capolavoro di Dario Argento insieme a "Suspiria", e vi prego, facciamo finta che il terzo capitolo della trilogia delle madri non sia mai esistito... Meraviglia totale
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta