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Marcia trionfale

Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film

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Carlo Ceruti

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La recensione su Marcia trionfale

di Carlo Ceruti
10 stelle

La prima parte ci mostra la vita di caserma, la seconda la vita privata e sessuale dei soldati e degli ufficiali, mostrandoci come la prima abbia dei riflessi sulla seconda.
La prima parte è assai brutale e rappresenta la vita del soldato nei suoi aspetti più duri (i superiori aguzzini e sadici, gli scherzi dei compagni ecc.) e come le istituzioni di un paese (anche se definito democratico) possano reprimere e portare all'omologazione e soprattutto alla disumanizzazione dei ragazzi che entrano nelle caserme e, di conseguenza, dell'intera società civile.
Il soldato Michele Placido in questo caso, che vi entra da uomo insicuro e timido e ne esce fuori duro e quasi privo di umanità.
Placido diventerà poi il pupillo del capitano Franco Nero dopo che quest'ultimo lo avrà massacrato di botte ed il primo avrà avuto il coraggio di rispondergli a suon di pugni. Il soldato diventerà così un uomo ed il capitano potrà gioirne.
Nella seconda parte quest'ultimo assegna al suo pupillo, l'incarico di sorvegliargli la moglie di cui non si fida. Si scopre così che il capitano utilizza i rigidi metodi della caserma persino in casa, che vuole sottomettere chiunque abbia a che fare con lui e non riesce a fidarsi di chi non sottostà ai suoi ordini (e non è l'unico tra i suoi colleghi). La moglie è l'insoddisfatta e fedifraga Miou Miou.
Perché "Marcia trionfale" è un film memorabile? Perché mostra un interessante ed originale analogia tra la repressione delle istituzioni e quella sessuale innanzitutto. La prima produce uomini desensibilizzati, violenti, inumani, incapaci di ogni pensiero critico ed in grado di farsi valere solo con la violenza e l'imposizione. La seconda, che discende dalla prima, produce la sottomissione della donna all'uomo, la necessarietà di virilità e l'omofobia.
E' un film dove i personaggi sembrano delle bestie rinchiuse in un recinto, pronte a chinare la testa di fronte ai superiori ed a rifarsi sui più deboli. I soldati semplici più anziani, infatti, non esitano a coprire di ridicolo gli altri compagni più deboli ed a sottometterli, perché l'unica cosa che hanno imparato nell'esercito sono: gerarchie e comando.
L'unico modo di esprimersi dei protagonisti sono le urla, gli isterismi e la violenza e tutto ciò è il risultato dell'alienazione prodotta dalla repressione societaria, che non fa altro che istituzionalizzare ed approvare i peggiori istinti umani.
Metaforicamente si potrebbe indicare Franco Nero (il capitano) come l'istituzione, Michele Placido (il soldato) come il cittadino da educare e Miou Miou (la moglie infedele, suo malgrado, del capitano) come la vittima di tutto ciò, reattiva e consapevole ma incapace di ogni fuga.
Placido difatti ringrazia Nero e lo considera "come un padre". Perché quest'ultimo è riuscito ad indurirlo, a renderlo virile, "uomo", facendolo diventare adatto alla vita.
Quando poi Placido tradirà il suo mentore con la moglie e se ne sentirà in gran colpa cosa significherà? Indica una ribellione del cittadino disciplinato alle istituzioni troppo autoritarie ma che tuttavia è incapace di contestare apertamente a causa dell'educazione ricevuta?
Ogni singola scena ha un significato ben preciso. Forse gli si può rimproverare qualche esagerazione, ma se non altro riesce a restare impresso nella memoria.
Michele Placido è eccellente nel mostrare il graduale cambiamento psicologico del soldato: da timido ed arrendevole a duro e disumano, ma che in realtà si nasconde solo dietro l'ombra del suo capitano senza aver vinto le sue vere debolezze.
Franco Nero, che riesce ad esprimere affetto solo a chi sottostà ai suoi ordini e non riesce a trovare altro mezzo di espressione diverso dalla violenza e dal comando, suscita quasi tenerezza e quando nel finale impazzisce a causa della moglie indisciplinata si prova qualcosa di simile alla commozione per lui perché appare come una vittima.
Miou Miou, che è la vittima picchiata e degradata da uomini insensibili e virili, è la vera eroina del film ed è bella ed intensa.
Bellocchio studia nei particolari ogni sguardo, ogni mossa ed ogni sospiro dei suoi personaggi e realizza qualcosa di simile al capolavoro ed alla fine si resta perciò allibiti e disarmati di fronte ad un analisi così intelligente e lucida della civiltà democratica.
"Marcia trionfale" non fa staccare l'occhio dallo schermo neanche un istante e riesce a trasmettere inquietudine, paranoia, tristezza e sdegno.
Tabellino dei punteggi di Film Tv ritmo:3 impegno:4 tensione:3 erotismo:2

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