Regia di Corneliu Porumboiu vedi scheda film
A sedici anni esatti dalla fine del regime di Ceausescu, il conduttore del talk show di una televisione locale pensa a una trasmissione che faccia finalmente i conti con ciò che accadde allora. La domanda è: fu vera rivoluzione oppure la piazza di Bucarest insorse solo dopo la fuga del dittatore? Ospiti in studio due presunti testimoni: un professore alcolizzato che sostiene di essere stato tra i protagonisti della rivolta e un anziano vedovo che ammette invece di essere arrivato dopo. Una volta aperti i telefoni ai telespettatori, però, accade di tutto. Camera d'or al recente Festival di Cannes (è il premio per la migliore opera prima) questo A Est di Bucarest è bello vero. Una ricognizione impietosa sulla perdita di memoria di un popolo, che a pochi anni di distanza da un evento così rivoluzionario vaga disorientato in una sorta di limbo dove la Storia e la sua revisione fanno a pugni senza certezza alcuna. Una commedia, certo, con alcuni momenti francamente divertenti; ma di una malinconia che finisce per scorrere nelle vene lasciandoti disorientato come alcuni dei protagonisti. Non occorre essere romeni per percepire l'importanza di un simile racconto, quando anche in Italia rispetto al passato (recente o meno) si dice e scrive tutto e il contrario di tutto. Non casuale l'idea del talk show in Tv: nella civiltà delle immagini che costringe tutti in un eterno presente, il fatto che almeno sul grande schermo la tele-visione sia zoppicante è un sollievo.
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