Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
ASCESA E ...(omissis per evitare spoiler) DI UN(A) BALUARDO DELLA GIUSTIZIA.
E' un Claude Chabrol stanco e non troppo lucido quello che conduce le danze di questa ubriacatura/ebbrezza di potere.
E' un Claude Chabrol maestro della caméra-stylo quello che inquadra le porte del palazzo di giustizia che si aprono per Michel Humeau (François Berléand), i gradini che questi sale verso l'ufficio del pubblico ministero Jeanne Charmant Killmann (Isabelle Huppert), il trittico guanti/borsa/scarpe rosso fuoco di quest'ultima, le sue mani che frugano e maneggiano fascicoli e documenti durante le perquisizioni.
E' un Claude Chabrol approssimativo quello che descrive poco e superficialmente i vari personaggi di contorno che popolano questa storia, e tra questi Felix (Thomas Chabrol, figlio del regista) che sembra inserito nella sceneggiatura (in modo posticcio e poco credibile) per rafforzare la disarticolazione del quadro di coppia in crisi del(la) pubblico ministero e relativo marito, una crisi di coppia appena appena sorvolata e pure da notevole distanza.
E' un Claude Chabrol schematico e poco creativo quello che descrive il personaggio della Huppert, tanto glaciale, metodica, spietata ed inebriata dalla possibilità di colpire i malfattori, ma al tempo stesso fragile e terrorizzata dal poter subire del male, quanto rappresentata paradossalmente in modo sterile, senza colore, senza acuti.
E' un Claude Chabrol ironico quello che riprende interrogatori nei quali il gioco del gatto col topo regge ancora abbastanza bene, anche se visto e rivisto (ad es. gli interrogati non possono fumare mentre gli inquirenti si).
E' un film discreto, con varie luci ed ombre quello che Isabelle Huppert illumina ancora una volta con una delle sue interpretazioni magistrali ed impeccabili, che in questa occasione serve a risollevare la creatura un po' zoppicante del suo mentore.
Fino all'ultimo fotogramma,
fino all'ultima fulminante battuta!!!
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