Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Un tiepido saggio sulle vicissitudini del potere, inteso come pratica professionale, che sta in rapporto dialettico con la vita privata ed assume il carattere di una sfida personale. La "commedia" non è uno scontro politico tra il sistema giudiziario e l'apparato economico, bensì il fisiologico confronto tra due distinti ruoli all'interno della società. Per il magistrato, la corazza istituzionale cristallizza il senso del dovere in abitudine, e fa sfumare la frustrazione in stanchezza. Sul versante opposto, la logica del mercato trasforma il costume altoborghese dell'ipocrisia e del sotterfugio in una necessaria tecnica di autodifesa. Il gioco delle parti finisce così in una lotta senza più passione né coraggio, in un grigiore asfittico che spunta le armi anche alla malizia. Il senso di noia che permea questo film è la prevedibilità prodotta dalle immutabili regole del mondo, che vanifica, in concreto, anche l'ironica premessa di rito sulla pura casualità di "ogni riferimento a fatti e personaggi reali".
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta