Al giudice istruttore Jeanne Charmant Killman viene affidato un caso di concussione e storno di fondi, in cui è coinvolto il presidente di un importante gruppo industriale. La donna tocca con mano che più le indagini procedono, più il suo potere aumenta, a scapito però della sua vita privata...
Note
Lo sguardo morale di Chabrol sfiora qui il qualunquismo nel descrivere i personaggi, tutti diversamente pervasi da una vena quasi bozzettistica che impedisce alle psicologie di essere davvero convincenti. La messa in scena è poi più opaca che raggelante, molto spesso retta solo dall'ennesima colossale interpretazione di Isabelle Huppert, fragile ma persecutrice.
Settima e felice collaborazione tra Claude Chabrol e Isabelle Huppert. Da riscoprire perché è tutt'altro che uno "Chabrol minore". Sarcastico e ironico. Lo raccomando vivamente-
A costo di apparire ripetitivo, ribadisco che Claude Chabrol è per me il regista che meglio di chiunque altro ha saputo valorizzare il talento e l’inquietante carisma di Isabelle Huppert. Questo film non fa che corroborare la mia opinione. L’attrice veste i panni di Jeanne Charmant Killman, il giudice istruttore cui è stato affidato un intricato caso di concussione e… leggi tutto
ASCESA E ...(omissis per evitare spoiler) DI UN(A) BALUARDO DELLA GIUSTIZIA.
E' un Claude Chabrol stanco e non troppo lucido quello che conduce le danze di questa ubriacatura/ebbrezza di potere.
E' un Claude Chabrol maestro della caméra-stylo quello che inquadra le porte del palazzo di giustizia che si aprono per Michel Humeau (François Berléand), i gradini che… leggi tutto
La commedia del potere Francia -Germania 2006 la trama: Il giudice Jeanne Charmant Killman viene designata ad investigare su un caso di appropriazione indebita di Michel Humeau un industriale molto in vista. La recensione: L’ivresse de pouvoir “l’ebbrezza del potere” è un buon film drammatico con venature da thriller della “bella coppia”…
A costo di apparire ripetitivo, ribadisco che Claude Chabrol è per me il regista che meglio di chiunque altro ha saputo valorizzare il talento e l’inquietante carisma di Isabelle Huppert. Questo film non fa che corroborare la mia opinione. L’attrice veste i panni di Jeanne Charmant Killman, il giudice istruttore cui è stato affidato un intricato caso di concussione e…
Di Chabrol sono sicuro di aver visto qualche pellicola decine di anni fa ma scorrendo la sua filmografia mi viene alla mente ben poco. E allora è solo per sentito dire che lo considero da…
E' qualunquismo riconoscere che la vita è fatta di chiaroscuri, che spesso nelle vicende umane, anche in quelle che sembrano paradigmi, in realtà non ci possono essere vincitori e vinti, ma solo perdenti ? Se è così , allora Chabrol in questo film è qualunquista davvero, ma l'aggettivo mai fu più improprio.... La condizione umana è la stessa da entrambi i lati della barricata, ci dice il…
ASCESA E ...(omissis per evitare spoiler) DI UN(A) BALUARDO DELLA GIUSTIZIA.
E' un Claude Chabrol stanco e non troppo lucido quello che conduce le danze di questa ubriacatura/ebbrezza di potere.
E' un Claude Chabrol maestro della caméra-stylo quello che inquadra le porte del palazzo di giustizia che si aprono per Michel Humeau (François Berléand), i gradini che…
La dama dai guanti rossi (Jeanne Charmant Killmann) indaga sulla corruzione (riferimento allo scandalo Elf?). Facile quindi per lei farsi pericolosi nemici. E la vita privata si intreccia con le minacce e i retroscena dei potenti corrotti. Alla fine tenderà a rinunciare all’incarico?
“Le donne adorano pugnalarsi alle spalle”. Verità o pregiudizio?…
La commedia del potere, titolo italiano, potrebbe suggerire che, a fronte di un sistema di scandalosa corruzione e vergognose distrazioni di fondi come quello che viene alla luce nel film, si possa paragonare il sistema d'affari sottobanco fra industria e politica (il potere, insomma) ad una sorta di commedia, in cui dopo tante peripezie tutto finisce bene (per i potenti, appunto). Nulla di…
Per voi ho solo anni di vetro. Ho versi di plasma e perdute diotrìe scioltesi a fissare altrui Soli, sciatte costellazioni di un volerfàre scongelato e dimenticato, trecentosedici occlusioni delle aorte…
Un pubblico ministero porta allo scoperto una Tangentopoli francese; riceve pressioni a vari livelli per farla desistere, e subisce anche contraccolpi sulla sua vita prvata. La denuncia della corruzione è scontata; non altrettanto il personaggio della Huppert, fredda e scostante nel lavoro come in casa. Però così il film finisce per essere poco coinvolgente, impedendo allo…
Un tiepido saggio sulle vicissitudini del potere, inteso come pratica professionale, che sta in rapporto dialettico con la vita privata ed assume il carattere di una sfida personale. La "commedia" non è uno scontro politico tra il sistema giudiziario e l'apparato economico, bensì il fisiologico confronto tra due distinti ruoli all'interno della società. Per il magistrato, la…
Un film che solo la Huppert regge bene , Chabrol, sempre grande, qui si adagia sulla sua interprete in maniera pigra e tranquilla, tanto da dare alla storia un risultato prevedibile, ed un po’ annacquato.
E’ un caso strano, perché c’era tutto il materiale possibile a cui il regista ricorre sempre, senza neanche scavare molto, ma evidentemente il piatto…
VOTO :6.
Un lavoro onesto che non convince appieno questo Chabrol che affronta il tema del potere dal punto di vista di chi lucra in ecomonia, ma anche di chi poi controlla ed in questo il giudice interpretato da Isabelle Huppert è la cosa più rilevante del contesto.
Un personaggio ben scritto, con un unico interesse, nonostante gli affetti, ovvero quello di condannare chi ha rubato in…
Una donna-giudice intransigente e severa che per la sua professione trascura gli affetti familiari. Una sete di giustizia che ha più l’aspetto della pura ambizione. Il film però risulta freddo, distaccato, poco convincente e superficiale. I personaggi di contorno non hanno spessore. La Huppert sempre bravissima, è il perno, il centro di tutta la vicenda, forse troppo, al punto da mettere…
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Commenti (3) vedi tutti
La solita stratosferica Isabelle Huppert, in uno Chabrol affatto minore.
leggi la recensione completa di claudio1959Settima e felice collaborazione tra Claude Chabrol e Isabelle Huppert. Da riscoprire perché è tutt'altro che uno "Chabrol minore". Sarcastico e ironico. Lo raccomando vivamente-
leggi la recensione completa di hupp2000Noioso e banale. Anche la grande Huppert è la "solita" Huppert.
commento di fornarolo