Regia di Woody Allen vedi scheda film
35° film di Allen. Facendo tesoro della lezione di Melinda e Melinda, racconta la stessa storia del precedente Match point (nel mondo dell’alta società londinese un uomo fa fuori un’amante divenuta troppo ingombrante), però da un punto di vista totalmente diverso: non assistiamo alla preparazione e all’esecuzione dell’omicidio, ma alle indagini per trovare il colpevole (che quindi è inizialmente ignoto allo spettatore). Soprattutto, non ci troviamo sul versante noir ma su quello commedia: Allen ha l’accortezza di riservarsi un ruolo adatto alla sua età (evitando una love story con la Johansson, che sarebbe stata grottesca: già in La maledizione dello scorpione di giada e Hollywood ending il divario cronologico con Helen Hunt e Téa Leoni era al limite) e si ride di gusto, dei suoi trucchi da mago da strapazzo, dei suoi brillanti duetti con la giovane partner, e anche della sua morte (che funzionalizza l’ambientazione inglese: l’incidente stradale è provocato dalla mancata abitudine alla guida a sinistra). Se non ricordo male, nella filmografia alleniana il suo personaggio era morto solo in Amore e guerra: credo che Woody stia cominciando a esorcizzare l’idea... (e, scherzo del destino, dopo la morte di Oreste Lionello non ci sarà più l’Allen che conosciamo, con “quella” voce”).
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