Regia di Michael Mann vedi scheda film
La fotografia lugubre e gelida di Dion Beebe dà l'opportunità di (ri)creare a Mann quei suoi lunghi piani caratteristici che hanno fatto l'epica immanenza antropologica del suo cinema.
Rico e Sonny guardano sempre verso la linea dell'orizzonte, che può essere là dove finisce il mare, od il cielo di miami, irraggiungibile, desiderata.
Sembra che non accada nulla in questo film in termini di azione, ma (forse) non è esattamente così, negli occhi di Sonny, le sue ossessioni, la legge, pian piano rimane sedotto da ciò che combatte, Rico, sempre più teso, ai limiti della paranoia, giustificata peraltro, visto cosa succede a sua moglie.
Facce tagliate con il rasoio, inquadrature da urlo ed "alla moda", quasi truzze nella loro (apparente) superficialità.
Linkin Park, Mogwai, rifacimenti di Phil Collins...
Da (silenzioso) urlo.
Non è Heat, ma Gesù... è Cinema.
Da urlo.
Stupenda, glaciale, una pantera triste conscia del suo destino. Vestiti firmati che gli stanno come indimenticabili guanti. COrpo (ancora) sinuoso e bello. Uno dei più bei ruoli per l'attrice.
Un rasoio, in tensione perenne.
Una malinconia che guarda insistentemente oltre una linea dell'orizzonte che (forse) sarebbe meglio non superare. Senza legge, senza ordine.
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