Regia di Michael Mann vedi scheda film
Immaginate una splendida scatola d'oro massiccio, perfettamente intagliata ed impreziosita da gemme di valore ed immaginate di sapere che dentro c'è un gioiello per voi. Adesso vi regalo la scatola, la aprite e... vi trovate dentro un pezzo di bigiotteria. Delusi? Oppure contenti per la scatola? Nel primo caso, siete tra i pochi (ma non pochissimi) detrattori di questo film, nel secondo ovviamente state dal lato di chi lo apprezza. Miami Vice è questo, studio e lavoro dedicato alla forma, alla tempistica, alla fotografia, alle riprese con telecamere macchiate di sangue che scendono nel campo d'azione e un attimo dopo grandangolari che abbracciano l'orizzonte, al clamore di luci e suoni di una discoteca, all'aspetto curato e vistoso dei protagonisti, ad un amplesso ripreso attraverso quadrati di carne nuda che si muovono in un groviglio di sensazioni, al geniale incipit che nasconde ogni premessa per fiondare subito nell'azione. La storia, invece, è quanto di più banale si possa pensare, dall'inizio alla fine e durante il suo stesso svilupparsi. Non è facile capire se l'intento di Mann fosse esattamente questo, ovvero quello di costruire un prodotto di pura estetica per mostrare allo spettatore la sua vanità oppure se si sia ritrovato per le mani un soggetto scadente ed abbia deciso di valorizzarlo in maniera tanto perfetta. Poco importa comunque perché in ogni caso questo film si lascia guardare con piacere, ha un buon ritmo e attori calzanti; per cui è opportuno che ognuno giudichi da sè se val la pena perdere due ore per una scatola pregiata piena di paccottiglie senza valore. Voto: 8.
Impeccabile, scandisce ogni minuto della visione con inappuntabilità. Uno dei tanti valori aggiunti del film.
Bravo, come sempre.
Non si esalta ma si fa il suo.
Adatto per il ruolo ma decisamente scadente. Mezza lacrimuccia per la compagna ridotta a brandelli poteva farla sgorgare.
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