Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
L'importanza salvifica di un senso extra-cinematografico e la rilevanza teorica di una formazione narrativa - o narrazione formativa - gravitano, ruotano attorno a questo (sotto)mondo diegetico, nonché dipendono dal suddetto universo liquido creato da Shyamalan. Spacco vaginale acquatico - l'acqua è una costante nei film dell'autore di Unbreakable, e solo nel caso di Lady in the Water, l'elemento in questione assume un'accezione positiva, ovvero acquista un significato benefico, vivifico - da cui prende vita (la) Story, figura-cardine della poetica del regista statunitense, la quale sancisce, decide, (pre)scrive i ruoli da ricoprire - falsificando l'autenticità di ogni personaggio, aumentando, quindi, il valore conoscitivo della "realtà finzionale" - nella storia narrata, così da garantire lo svolgimento di quest'ultima, dando origine, di conseguenza, ad un discorso meta-narrativo. Assegnando, quindi, una coscienza ed una direzione al mondo extradiegetico. Insomma, da un punto di vista concettuale, Lady in the Water risulta essere un'opera-chiave per capire la poetica di M. Night Shyamalan.
Sopra, la piscina uterina, immagine-fulcro da cui vede la luce una delle principali tematiche shyamalaniane, ovvero quella relativa alla menzogna narrativa. Simbolo centrale, centro gravitazionale dal quale dipende e gira attorno la suddetta falsificazione identitaria dei personaggi, nonché il loro ruolo/scopo nel mondo-cinema. Elemento che, quindi, rappresenta il gioco di specchi costruito dal regista di Split. Cinema di riflessi, ancora una volta.
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