Regia di Andrei Tarkovsky vedi scheda film
L’infanzia di Ivan è finita molto presto, e del suo passato non si sa quasi nulla: i suoi genitori sono stati uccisi dai tedeschi, una volta pronuncia il nome di Treblinka. Attualmente fa l’esploratore per l’Armata Rossa sul fronte del Volga, rischiando la vita a ogni missione; non sorride mai, ha lo sguardo duro e tratta con gli adulti da pari a pari. Alcune scene oniriche fanno però intravedere un mondo diverso, dove non c’è la guerra, la mamma è ancora viva e i bambini possono giocare liberamente. C’è qualche lungaggine, e in particolare le beghe sentimentali della giovane dottoressa c’entrano poco col resto. Ma l’amalgama fra l’elemento bellico, con l’esaltazione (implicita, senza enfasi) dell’eroica resistenza russa al nemico, e il tema dell’infanzia costretta brutalmente a crescere, è riuscito molto bene e mostra una sensibilità che ricorda il primo Truffaut.
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