Ci troviamo in Russia, durante la seconda guerra mondiale. Ivan ha dodici anni e, nonostante gli ufficiali cerchino di dissuaderlo, non ha paura di partecipare alle azioni di guerra. A fine conflitto, negli archivi di una Berlino ormai liberata e semidistrutta, si troveranno le prove della morte in guerra del ragazzo. Un incubo affascinante e morboso diretto dal giovane Tarkovski al suo primo lungometraggio. A parte un indimenticabile incubo notturno di Ivan, tutto lo stile del film, asciutto nonostante la tragicità del tema, lasciava capire fin dal 1962 che si era di fronte a un futuro grande regista. Lo capirono anche i giurati della Mostra di Venezia di quell'anno che lo premiarono con il Leone d'oro.
"Se non c'è nulla di più disumano di un eroe, non c'è nulla di più mostruoso di un bambino che, ancor prima di essere uomo, è già oltre gli uomini, in piena alienazione eoica" (Lino Miccichè -Tarkovskij: potere e poesia - Il nuovo cinema degli Anni Sessanta, E.R.I. edizioni).
Film di guerra luminoso e disperante capace di raccontare come pochi l'innocenza (l'incipit e la chiusa) mischiata all'orrore.
Tra interni espressionisti ed esterni da nuova onda (il bosco di betulle!) con tanti anticipi di ciò che verrà - acqua e sgocciolii spesso e volentieri.
Il film, permeato da uno struggente realismo visivo, condito con metafore e simbolismi, in bianco e nero (i colori avrebbero stonato con la storia), è il più premiato dei film di Tarkovskij e uno dei meno osteggiati dai politici russi degli anni ’60 … forse non l’hanno capito bene.
Il film passa dalle splendide e spensierate sequenze oniriche dell'infanzia del piccolo protagonista, a quelle notturne e spettrali della palude, che mettono i brividi. Indimenticabile capolavoro.
Il film comincia con una luce abbagliante che ritrae il piccolo Ivan (Nikolai Burlyayev) correre per i prati a inseguire farfalle e andare gioioso incontro alla mamma. Ma è un sogno, dal quale Ivan si risveglia catapultando tutto e tutti nella tetra atmosfera generata dalla guerra in atto. Il dodicenne Ivan è solo al mondo perchè i tedeschi gli hanno sterminato l'intera… leggi tutto
Ivan e' un dodicenne bielorusso rimasto orfano a causa dell'invasione nazista. Collabora con l'esercito sovietico, fungendo da staffetta e recapitando importanti ordini e dispacci. …
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"È quasi impossibile trovare copie nitide di VIAGGIO A TOKYO, TARDA PRIMAVERA e IL GUSTO DEL SAKÈ. Ma la colpa è delle vostre lacrime." ~ Aki Kaurismaki
"La vita è come la scala di un…
Rivisto dopo 15 anni, questo classico di Tarkovskij mi ha lasciato ancora negli occhi un'immagine ricorrente: i boschi di betulle magistralmente resi dalla fotografia in b/n. Infatti oltre alle più note visioni oniriche, al finale shock, il cinema del cineasta russo stimola le mie percezioni in alcuni passaggi veloci e simbolici di immagini che partono dalla storia per divagare in altri…
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Perchè andiamo al cinema? ... Perché ci crogioliamo sul nostro divano per vederci un bel Home Video? ... Ci sono mille motivi! Il cinema fa sognare, ma si gusta, si riesce a interpretare perchè il…
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Commenti (6) vedi tutti
"Se non c'è nulla di più disumano di un eroe, non c'è nulla di più mostruoso di un bambino che, ancor prima di essere uomo, è già oltre gli uomini, in piena alienazione eoica" (Lino Miccichè -Tarkovskij: potere e poesia - Il nuovo cinema degli Anni Sessanta, E.R.I. edizioni).
commento di (spopola) 1726792Film di guerra luminoso e disperante capace di raccontare come pochi l'innocenza (l'incipit e la chiusa) mischiata all'orrore. Tra interni espressionisti ed esterni da nuova onda (il bosco di betulle!) con tanti anticipi di ciò che verrà - acqua e sgocciolii spesso e volentieri.
commento di catcarloIl film, permeato da uno struggente realismo visivo, condito con metafore e simbolismi, in bianco e nero (i colori avrebbero stonato con la storia), è il più premiato dei film di Tarkovskij e uno dei meno osteggiati dai politici russi degli anni ’60 … forse non l’hanno capito bene.
commento di marco biIl film passa dalle splendide e spensierate sequenze oniriche dell'infanzia del piccolo protagonista, a quelle notturne e spettrali della palude, che mettono i brividi. Indimenticabile capolavoro.
leggi la recensione completa di Donapinto7/8
commento di nico80diavolo di un tarkovskij, al suo primo film ci regala subito un capolavoro prezioso per il cinema!!
commento di Dr.Lynch