Regia di Sergio Garrone vedi scheda film
Prigionia, torture di vario tipo e accoppiamenti forzati; in un campo di concentramento tedesco, durante la seconda guerra mondiale, i nazisti studiano come salvaguardare la razza ariana con metodi presupposti scientifici, ma in realtà barbari e crudeli.
Nazisploitation è il termine coniato per etichettare un genere, quello che alla metà dei Settanta caratterizzò una serie di pellicole crude, a bassissimo budget e pregne di violenza che raccontavano orrori e atrocità sanguinolente all'interno dei lager o comunque con protagonisti aguzzini nazisti. Questo Lager SSadis kastrat kommandantur è degno rappresentante di tale disonorevole filone; se i contenuti latitano nella sceneggiatura di Vinicio Marinucci e del regista (sostanzialmente assistiamo a un centinaio di minuti di torture in un campo di concentramento, con frequenti scene di sesso: punto), di certo non è la forma a riscattare l'opera, sciatta e a più riprese in preda al ridicolo, più o meno involontario che sia. Giorgio Cerioni, Attilio Dottesio, Mircha Carven: il cast consta al massimo di caratteristi del cinema di serie B/C come questi appena citati; per il resto degli interpreti, dilettanti o sconosciuti che siano, valga l'inesperienza come giustificazione per la pessima prova fornita. Al di là dello spirito morboso sotteso dall'opera, in essa c'è il nulla: divise da SS approssimative, stupri senza eccessive resistenze da parte delle vittime, qualche momento macabro qua e là. La colonna sonora è del maestro Roberto Pregadio (futuro personaggio tv di un certo successo) e di Vasili Kojucharov: demenziale, semplicemente: musichette barzotte in commento a scene erotico-sadiche. Dopo aver considerato tutto ciò, si può valutare, a personale discrezione di chi legge, se il titolo sia ingannevole, esagerato, fuori posto o semplicemente del tutto privo di senso. 1/10.
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