Regia di John Huston vedi scheda film
Ma quale incesto, quale razzismo, via! Cosa avreste fatto voi? Lasciato la vs adorabile sorellina a quei selvaggi? Anche se l'innocente protagonista si sente attratta da uno di loro (bella quella scena) Dai, un bel film di una volta, e si, originale, impegnativo per l’epoca, lo credo anch’io! voto 7.5 4 stelle ®©™
Gli inesorabili – il quale titolo originale recita "the unforgiven", che io sapevo esser, almeno cinematograficamente parlando, il titolo originale di un altro western, contemporaneo, il capolavoro di Eastwood, per la cui traduzione, ci vendettero "gli spietati": allora, qual'è il titolo giusto? di questo o dell'altro?! :)
E comunque, appendo qui ora, che si tratta di un rifacimento, di cui, or come ora, non ho memoria... ma chissà, magari a rivederlo, forse l'ho pure visto e non me lo ricordo.
A d'ogni modo...
La pur sempre brava e bellissima “Audrey mito Hepburn” la colgo qui un tantino... fuori parte: pur quanto ritenendola io un’attrice dalla classe smisurata, in questo ruolo da “indiana”? “pellerossa”? davvero devo nativa americana? Insomma, non rende come suo solito, forse perché sono abituato a vederla sempre elegante e sofisticata.
Qui invece, si aggira per la prateria come una sorta di “cosplay” di Candy Candy o Haidi... felice come una bimba dei cartoni animati... l’unica pecca che ho colto insomma...
Questo però non influisce affatto sulla recitazione, a quel tempo doveva ancora maturare, ma il ruolo della sorellina di Burt Lancaster le sta a pennello.
E d’ogni modo il ruolo western a quell’epoca era d’obbligo per una grande attrice, e la nostra indimenticabile “Holly” non poteva certo mancare ne tantomeno esimersi.
dai! non vi fa pensare a un cartone animato? dolcissima - era davvero unica, un mito vivente.
certo che Sabrina a cavallo... Holly a cavallo...
Dal mio punto di vista, ho trovato un peccato di sceneggiatura: la scena in cui Burt Lancaster, nei panni del burbero fratello maggiore, protettivo nei riguardi dei fratelli minori, e non solo della sorellina, che sa esser una trovatella... ordina al minore di uccidere uno degli indiani venuti in pace a reclamare la loro consanguinea... l'ho trovata fuori luogo; si poteva ovviare a quella barbara uccisione arrivando alla scena seguente con un altro maniera meno cruenta, che so?! Un rifiuto da parte dei coloni dopo uno scambio di vedute con i nativi, come avviene spesso nel film... che si vedono allora costretti alle maniere forti... tanto per dire... ma c’erano altre soluzioni: la regia sceglie la più cruda; mi ha dato proprio fastidio. Almeno stavolta saranno gli indiani a far bella figura e i bianchi la brutta, la parte delle povere vittime e i coloni quella dei cattivi... ecco! Chissà, magari era proprio questa l’intenzione dello script, di chi pensò ad un film del genere in quell’epoca pre – ’68. Anche se... mi pare assurdo parlare di incesto, magari di razzismo si, ma un razzismo più che giustificato e giustificabile: che fareste voi se un giorno scopriste d’esser figlio di “tizia e caio”... oppure se questi “tizia e caio” arrivassero a casa vostra e volessero portar via vs figlia, o vs sorella?!!
A pensarci bene... dopotutto, mi pare un tantino assurdo anche il chiamar in causa il razzismo... almeno vs i nativi – che all’epoca in cui si svolgono i fatti... erano i nemici: non erano immigrati, non venivano dal mare; stavano li ed erano loro a non volere i coloni bianchi. Direi giustamente per come si sono messe poi le cose!
Chissà, forse pure noi faremo la stessa loro fine... noi siamo i nativi... loro i coloni...
Il titolo magari non si ricorda nel tempo, almeno i più giovani, ma di sicuro la vicenda narrata sì – me lo ricordavo anche io, e mi capitò più volte di vederlo, anche se lo confondo con un altro titolo, la cui trama è molto, molto simile: c’è sempre un indiana contesa, ma molto più indiana, nel senso che è proprio agghindata in tal maniera, mi pare perché fuggita, o forse ripudiata, dalla sua tribù, ma sta con dei coloni, fratelli, che se ne innamorano tutti quanti. Ma un bel giorno arrivano gli indiani a cercarla, e vendicarne “la propria appartenenza”
qualcuno sa qual è quel film?
Questo resta uno dei più belli dell’epoca d’oro del grande cinema sull’epopea della frontiera americana, che non è propriamente o necessariamente obbligato a rientrare nella classificazione tipica del “western”. Ovviamente splendida la fotografia, ancora... come spesso capitava in quel cinema ambientato in quegli scenari magnifici. Forse per loro fu adottato il cinemascope?! O simili formati... per render al meglio la vastità di quella prateria? L’America più vera, prima degli uomini d’affari, i gialli, le maggiorate svampite e le loro commedie dai colori pastello.
Anche la Bella Audrey ci arriverà a quel cinema... e ne sovvertirà completamente i canoni...
Ma non è questo l'ambito più opportuno per discuterne.
Non sono un esperto di regia, ma questa di John Houston, che faccio fatica a riconoscere qui, io che l’ho conosciuto per Tentacoli e triangoli vari, mah... soprattutto... per il mitico “Fuga per la vittoria”... mi pare molto ferma, di pugno, sempre nell’uso di allora, come da scuola americana all’epoca.
Sono più attento alle interpretazioni, alla recitazione: tutti gli attori qui impegnati mi piacciono, sono tutti di un alto livello, nessuno sfigura accanto a nessuno, con le recitazioni dalla forte impronta teatrale, così calcate ed enfatizzate come si usava ai tempi, e allora si che il cinema era magia... magico...
Altro che recitazione in sottrazione... personaggi in sottraendo!
O viceversa! O come qualunque altra cacchio di maniera si dica!
Stanotte l'ho rivisto: ho così potuto veder il finale che mi ero perso l'altra sera – un crescendo drammatico fino all'inquadratura finale, una di quelle passate alla storia, una di quelle che si lasciano ricordare negli anni, spesso usata nei trailer di programmi a tema cinema (la ricordo ad esempio, nei primi anni della cara rubrica “I bellissimi di Rete 4” una sequenza che, or mi sovviene, ricordavo fin da bambino.
E poi quel bacio, io non l'ho trovato affatto incestuoso, semmai commovente, giusto per via della tenerezza con cui la sorellina risponde al - non ardore – ma affetto del fratello maggiore. E poi la morte della madre , così sgonfiata nell’animo, dal segreto che per una vita celava nel petto; E ancora, sempre l’innocente piccola donna di casa, che si trova, suo malgrado, a dover sparare all'indiano qual, senza colpo ferire, la reclamava, non con arrogante violenza, bensì con leale devozione, e de quale, lei stessa, aveva pur confessato di ammirare per la sua bellezza virile.
Un’altra scena incresciosa e cruenta che la scenografia poteva ovviare, che so, con la resa dell’indiano? O della sorella che sceglie volontariamente di seguire i nativi. Va beh... considerazioni che lasciano il tempo che trovano.
®©™
purtroppo manca la foto del bacetto... ma questa rende benissimo il dramma.
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