Regia di Hirotsugu Kawasaki vedi scheda film
La supervisione del dio Katsushiro Otomo non basta a sollevare dalla mediocrità un'opera di animazione fantascientifica che pur aveva parecchio potenziale. Spriggan, tratto dall'omonimo manga, e, più precisamente da un singolo capitolo di esso ha una premessa che per quanto affascinante (soltanto nella finzione però eh) non può che risultare poco fantasiosa.
La presenza sulla Terra di avanzate tecnologie dimenticate e di origine sconosciuta.
Più precisamente qui si gioca con il mito biblico del Diluvio e con un'enorme struttura chiamata proprio Arca di Noè arenata sul monte Ararat.
La trama non ha assolutamente nulla di speciale: agenzia governativa che va in giro per il mondo a recuperare antichi artefatti al confine tra magia e tecnologia, agenzia contrastata da un'altra organizzazione di un altro paese, giovani agenti che dopo aver fatto da cavie per esperimenti segreti hanno sviluppato dei superpoteri (il protagonista è dotato di agilità, riflessi e forza a un livello sovrumano mentre il "cattivo" è un potentissimo telecineta dall'aspetto simile ai bambini paranormali di Akira) e un sottotesto che volendo essere filosofico cerca di riflettere sulla necessità di edificare un nuovo mondo sulle ceneri del vecchio.
Spriggan è animato fluidamente ed esteticamente appagate, anche se non si può dire che gli sfondi siano invecchiati nel migliore dei modi, ma vanta uno sviluppo confuso con molte cose che accadono troppo rapidamente e per motivi non chiarissimi. La colonna sonora per di più è orribile.
Insomma se le pellicole considerate unanimamente le vette del cinema animato giapponese di fantascienza sono i due Ghost In The Shell e Akira mentre Spriggan è finito nel dimenticatoio, un paio di motivi ci sono.
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