Regia di Stanley Kramer vedi scheda film
Se siete curisi di vedere un film perfetto, di quelli che si facevano una volta, questa pellicola, piuttosto famosa, potrebbe fare al caso vostro.
Nell'America razzista di fine anni sessanta, la popolazione inizia ad aprirsi all'altro, dive la diversità è generata da un colore della pelle differente ed è, sorpresa delle sorprese, ambivaente: se il bianco guarda al nero con occhio sospesso, il nero non guarda il bianco con occhio diverso, anzi.
Kramer riunisce davanti la macchina da presa Katharine Hepburn e Spencer Tracy, facendo incetta di nomination e di un premio Oscar per l'attrice protagonista, poteva essere altrimenti? Ma, effettivamente, la cosa che risulta essere la più piacevole, è la forma in cui racconta la diffidenza di "razze" in un mondo che sta provando ad evolversi al cambiamento.
Lo sguardo che la domestica nera offre al fidanzato nero della figlia bianca dei suoi padroni bianchi, parla da solo; così come la disapprovazione che espone in merito al comportamento accogliente che i suoi padroni dimostrano nei confronti del ragazzo.
E' lei il punto focale dell'intera narrazione, è attraverso il suo sguardo che perceiamo l'astio e completiamo il cambio di percezione finale dove l'amore, ancora una volta, si fa' portavoce di un'evoluzione propria dell'essere umano ma che l'uomo stesso fatica ad accettare.
Un film scorrevole che si guarda con piacere, commuove e fa riflettere senza dimenticarsi di strappare qualche piacevole sorriso.
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