Regia di Stanley Kramer vedi scheda film
Quando guardo filmetti senza pretese come Rachel sta per sposarsi o Love actually (il segmento con Keira Knightley), in cui vengono introdotte con naturalezza coppie interrazziali senza che si senta il bisogno di giustificare la cosa, mi viene da pensare a quanto tempo è passato e a quanto è cambiata la mentalità corrente dall’epoca di questo film, che racconta di come un vecchio liberal ci mette 100’ ad accettare il fatto che sua figlia voglia sposare un uomo brillante e realizzato, con il solo difettuccio di essere nero. Parlandone al marito, la Hepburn constata l’ovvietà della situazione: “è proprio come noi volevamo che fosse, per lei tutti gli uomini sono uguali, non fa nessun caso al colore della pelle”; e dunque, perché stupirsi se gli effetti sono così conseguenti alle cause? I padri non erano ancora pronti al cambiamento (si noti: neanche i genitori di lui, poco contenti di vederlo sposare una bianca), ma si stavano avviando ad accettarlo; i figli (almeno quelli migliori) a malapena si rendono conto che c’è stato un cambiamento. Certo: un conto è avere un genero come Sidney Poitier, fascinoso medico di successo, un conto è dare ordini alla domestica nera; ma si era solo nel 1967, il cammino da percorrere era ancora lungo.
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