Regia di Alberto Cardone vedi scheda film
Alberto Cardone, sotto lo pseudonimo anglofono di Albert Cardiff, diresse una manciata di spaghetti western nella seconda metà dei Sessanta, mettendo a segno persino una 'trilogia dei dollari' che non solo non ha nulla di nulla a che fare con l'opera di Sergio Leone (celeberrima è la sua 'trilogia del dollaro'), ma che è pure costituita da tre lavori che hanno scarsa attinenza l'uno con l'altro e il cui unico punto di vicinanza sta nell'assonanza dei titoli (7 dollari sul rosso, Mille dollari sul nero e questo 20.000 dollari sul sette, in ordine cronologico). 20.000 dollari sul sette è l'ultimo arrivato ed è probabilmente anche quello che ha meno da dire della serie, d'altronde girata con standard e mezzi parecchio differenti da film a film (in Mille dollari sul nero, per esempio, comparivano Anthony Steffen e Gianni Garko: qui non c'è un singolo attore che abbia un minimo di nome spendibile al botteghino). La sceneggiatura è firmata da Gino Santini e da Roberto Miali, che si spaccia come protagonista con il nome di Jerry Wilson: è un attore discutibile, ma non sarà il peggiore in un cast in cui i dilettanti non mancano. Santini, per quadrare il cerchio, riveste anche l'incarico di direttore della fotografia, con esiti anche qui non eccelsi; nonostante sia agli esordi, avrà però un futuro in tale ruolo, sebbene sempre confinato nella serie C e nel 'genere'. Rimane da dire che la colonna sonora (bruttina, ci mancherebbe altro) è un parto di Gianni Sanjust e del fratello di Mino Reitano, Franco. Uno spaghetti sconclusionato, con colpi di scena prevedibili, una recitazione zoppicante e una direzione delle scene d'azione talvolta improbabile: non sembra proprio lo stesso Cardone dell'appena licenziato Mille dollari sul nero. 1,5/10.
Un pistolero è alla ricerca dell'uomo che uccise, molti anni prima, suo fratello. E quando pensa di averlo trovato, comincia ad avvertire il dubbio che non sia realmente lui, che stava cercando.
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