Regia di Guido Zurli vedi scheda film
Un armatore greco a Londra sta per portare il suo gioiello più prezioso, l’Occhio di Allah, a Parigi. La cosa non sfugge a Sigpress, ladro esperto e sbruffone, che ingaggia un duello con Scotland Yard fino, ovviamente, a spuntarla. Ma il gioiello rubato da Sigpress è un’imitazione e l’armatore viene ammazzato…
Tanto mestiere, pochi mezzi; tanto intrattenimento, poco appeal: Sigpress contro Scotland Yard è la quintessenza del cinema di serie C nostrano negli anni Sessanta. Uno spy movie che è la riscrittura poveristica di una riscrittura poveristica di qualche film di James Bond, tanto modesto nei mezzi e nel cast tecnico-artistico, quanto strabordante di vitalità nel ritmo, nell’azione e nella disperata ricerca di colpi di scena. La sceneggiatura di Arpad DeRiso e Werner Hauff, tratta da un racconto di Mike Widborg, pesca fra stereotipi del genere e necessità del contesto per proporre la solita, vecchia storia del ladro a suo modo ‘gentiluomo’, capace di imprese mirabolanti sempre con il ghigno beffardo stampato sulla bocca. Francamente Sigpress – interpretato da George Martin, habituè del cinema di genere – è piuttosto antipatico, così come gli altri personaggi sono poco più che monodimensionali e colpisce l’insulsa pretesa di affidare a Klaus Kinski un ruolo come quello del compunto maggiordomo di Sigpress, lontano anni luce dalla fisicità e dall’espressività dell’attore, nato per recitare parti da cattivo o perlomeno da squilibrato. In questa coproduzione fra Italia e Germania compaiono inoltre Orchidea De Santis, Ingrid Schoeller, Paolo Carlini, Mimmo Palmara, Karin Field, Gloria Paul e Andrea Aureli. 2,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta