Regia di Gianfranco Parolini vedi scheda film
Consequenzialmente uno dietro l'altro, nel giro di un paio di anni Gianfranco Parolini - con lo pseudonimo di Frank Kramer - girò Ehi amico... c'è Sabata, hai chiuso; Indio Black, sai che ti dico: sei un gran figlio di... ed E' tornato Sabata... hai chiuso un'altra volta. Il regista-sceneggiatore (insieme a Renato Izzo) intendeva dichiaratamente realizzare una trilogia, ma oltre all'utilizzo di simili cast tecnici e artistici (eccezion fatta per i protagonisti centrali, fra l'altro) è difficile ravvisare punti in comune fra le tre pellicole; quantomeno la prima e la terza hanno in comune il Sabata del titolo, interpretato magistralmente da Lee Van Cleef. Qui invece nei panni di Indio Black troviamo l'altrettanto magnetico Yul Brynner, ma di Sabata non c'è neppure l'ombra (più furbescamente, sul mercato straniero il film verrà lanciato come Adios Sabata); per finire, poi, le trame dei tre lavori sono tutte indipendenti fra loro e non c'è neppure un legame logico o caratteriale fra questo Indio Black e i due - differenti pure tra loro - Sabata: sul piano narrativo, il 'filo rosso' della caccia al bottino è punto in comune con altre svariate decine di spaghetti western e, in sostanza, questa terna di prodottini firmati da Parolini si può definire una trilogia soltanto a parole. Di spalla a Brynner troviamo qui Sal Borgese, Susan Scott (che è poi Nieves Navarro), Pedro Sanchez (che è poi Ignazio Spalla), Gianni Rizzo; compitino sufficiente per quanto riguarda le musiche di Bruno Nicolai; frivola e pure un bel po' inutile la volgarità del titolo, ricalcata scioccamente nella scena conclusiva. 2,5/10.
Il pistolero Indio Black e i suoi complici danno l'assalto a un ingente bottino destinato a una roccaforte austriaca in terra messicana. Ignorano però che gli austriaci stanno in realtà bluffando: non c'è nessun tesoro nel carico depredato dai banditi.
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