Regia di Antonio Margheriti vedi scheda film
Un sergente dei marines torna nei luoghi nativi, in Amazzonia; qui una multinazionale senza scrupoli sta costruendo una strada, deforestando e uccidendo gli abitanti locali. L'uomo prende la situazione in pugno.
Le differenze fra il primo capitolo (Indio, del 1989) e questo secondo sono pressochè impercettibili: trame simili, personaggi stereotipati, svolgimento prevedibile e morale ecologista - in quel periodo altamente di moda - sono i medesimi. Ritorna inoltre sul grande schermo l'ex pugile 'Marvelous' Marvin Hagler, che a distanza di due anni dalla sua prima prova su un set non è comunque diventato Marlon Brando; nel cast qui troviamo anche, fra gli altri, Charles Napier, Frank Cuervo, Dirk Galuba, Maurizio Fardo. I mezzi sono insomma quelli che sono: pochetti, ma sufficienti in ogni caso per sbrigliare tutto il savoir faire di uno dei registi di maggior talento del cinema 'di genere' nostrano: Antonio Margheriti (che si firma con lo pseudonimo solito, Anthony M. Dawson); la differenza fra questo film e i tanti prodottini simili (azione, esotismo, buonismo) che uscivano in quegli anni sta proprio nella capacità del regista di mantenere a galla la nave anche quando logica (nella trama) e budget fungono da pesanti zavorre. Sceneggiatura di Filiberto Bandini e Gianfranco Bucceri, come nel primo Indio; per Margheriti si tratta della penultima regia, sempre considerando che da questo momento alla prossima e ultima (Potenza virtuale) trascorreranno ben sei anni: eloquente testimonianza del declino del cinema 'alimentare' nel Belpaese. 2/10.
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