Regia di Simon Wincer vedi scheda film
Il film di Simon Wincer, dall’Australia con mediocrità, è un western solido, va detto, inaspettatamente incisivo. Il conflitto del titolo è quello tra il protagonista Tom Selleck ed il cattivo Mark Harmon, davvero in parte. I due si contendono la terra e la donna. Il primo a suon di orgoglio e di onore, sani valori e così via, il secondo a suon di violenze, abusi e chi più ne ha più ne metta. Tutta la sequenza del matrimonio forzato tra lui, il cattivo Harmon, e la bella maestrina ormai vedova è piena zeppa di attacchi forti al gentil sesso, cosa molto originale e apprezzata: schiaffoni, spintoni, ruzzoloni, plagi e tutto un campionario di cattiverie gratuite esibite con eleganza e fredda calcolazione da Mark Harmon che nei panni del “io voglio, posso e comando” è azzeccatissimo.
Per il resto il film si appoggia ai grandi spazi aperti tipici dell’iconografia propagandistica del vecchio western hollywoodiano, quello sottilmente politico, quello che esportava l’America giusta baciata da Dio, ma lo fa senza la retorica di titoli più bolsi che dai ’90 in avanti hanno annacquato il panorama western americano. Il film di Wincer invece ha un buon ritmo, immagini evocative, una set decoration buona nonostante l’esagerazione tutta americana del dettaglio e dell’aderenza storica. Peccato per la patinatura televisiva, origine poi del prodotto, che fa sembrare tutto un grosso episodio de “La Signora del West”. Ma ci sono diversi momenti più che buoni nel film, oltre il già citato infierire sulla maestrina, come ad esempio la morte del giovane irlandese e soprattutto la sparatoria finale tra i due clan asseragliati uno di fronte all’altro e con un mandria di vacche in mezzo, duello tra Selleck e il killer prezzolato compreso.
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